Alto Adriatico, una newco in house per gestire le Autovie Venete
Società autostrade Alto Adriatico riavvia l’iter diventare il nuovo concessionario della A4. Accade con l’approvazione, avvenuta ieri nel corso dell’assemblea dei soci (Regione Friuli Venezia Giulia con il 67% delle quote e Regione Veneto con il restante 33%) dell’Accordo di cooperazione, con relativo allegato, ovvero il Piano economico finanziario).
Prima tappa di un percorso che porterà l’aggiornamento dei documenti (già approvati dal Cipe nel luglio 2019)prima al ministero delle Infrastrutture gestito da Giovannini, quindi al Cipe ed infine alla Corte dei Conti per la registrazione.
Solo alla fine dell’iter, Saaa (Società autostrade Alto Adriatico), una tra le prime - se non la prima - società in house autostradale - potrà subentrare ad Autovie Venete per la gestione delle tratte autostradali, forte di una concessione trentennale.
La scelta della società in house per evitare che la concessione vada a gara europea consentirà di salvaguardare i 600 posti di lavoro e mantenere il valore aggiunto sul territorio delle due regioni.
Oltre che, completare l’investimento infrastrutturale più importante degli ultimi anni, ovvero la terza corsia sulla A4. Nel piano finanziario di Saaa ci sono investimenti per oltre 1 miliardo di euro in 30 anni, «comprese le risorse necessarie per ultimare il cantiere nel tratto Portogruaro-San Stino», spiega Anna Di Pasquale, amministratrice unica della società appena confermata, oggi fuori dal perimetro di Autovie.
Altro tema è il valore di subentro: l’importo che Saaa dovrà riconoscere ad Autovie Venete quale valore degli investimenti effettuati al netto degli ammortamenti, salito a 511 milioni di euro (contro i 476 dello scorso anno), cifra che tiene conto dello stato di avanzamento dei cantieri. Sul valore in precedenza non c’era stata condivisione tra Autovie e ministero, tanto che la spa ha depositato un ricorso al Tar del Lazio contestando quella cifra, più bassa di oltre 7 milioni di euro rispetto alla valutazione della concessionaria.
Altra delibera assembleare di ieri, quella relativa al bilancio, che è stato approvato, e che ha chiuso in perdita, per il terzo esercizio consecutivo, per 141 mila euro. Un risultato inevitabile per una società costituita nell’aprile del 2018 e che da allora sopporta esclusivamente costi, senza poste significative in entrata.
Un’operazione al ralenti quella della newco in house, che nel volgere di mesi, non certo di anni, avrebbe dovuto subentrare ad Autovie, penalizzata da cambi di Governo, dalla tragedia del Ponte di Genova che ha impattato sul sistema autostradale, dalla burocrazia ministeriale e da una politica non interessata al pressing, che ora dovrebbe concludersi. Quando? Anche qui dipenderà dalla volontà di burocrazia e politica. Ragionevolmente per portare a termine l’iter potrebbero bastare sei mesi, e a gennaio 2022 il subentro potrebbe avvenire. Ma sui termini, si accettano scommesse.
Poi c’è un altro fronte, quello di Autovie, che deve ancora definire i propri termini di uscita dalla partita autostradale, primo fra tutti la liquidazione dei soci privati (il primo azionista è anch’esso un “privato”, Friulia, con il 72,9%, a sua volta partecipata dalla Regione Fvg al 74,8%, il secondo è la Regione Veneto con il 4%, a seguire istituti di credito che detengono partecipazioni oscillanti tra il 3 e l’1%, Provincia di Venezia e alcuni Comuni veneti sotto l’1%) e a quale valore.
Su Autovie vanno in pressing ora i comuni del Veneto che chiedono la cantierizzazione delle opere e non sono disponibili ad attendere il subentro di Saaa. E su questo è in agenda per il 9 luglio un incontro tra amministrazioni locali e i governatori di Veneto e Friuli.
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