Cav si allarga, Stefani vince la battaglia
PADOVA. Si rimette in moto la macchina del business delle autostrade a Nordest: ieri Alberto Stefani, deputato e segretario regionale della Lega, è riuscito a incardinare nel decreto Semplificazioni l’emendamento Cav, prima pietra per allargare il perimetro delle autostrade gestite da Regione Veneto ed Anas.
E nelle stesse ore a Trieste c’è stato il via libera ad Autostrade Alto Adriatico, destinata a subentrare ad Autovie Venete per i prossimi 30 anni. Ciò scongiurerà il rischio che la concessione di Autovie Venete sulla tratta Venezia-Udine-Trieste venga messa a gara Ue: i 600 posti di lavoro sono salvi. Insomma, sta per decollare un autentico capolavoro di federalismo delle infrastrutture nell’asse Fedriga–Zaia, con buona pace delle direttive europee.
L’emendamento della svolta
Com’è nata la svolta, maturata dopo che la commissione Bilancio aveva posto il veto qualche giorno fa? Alberto Stefani, per tenere fede alla fama di segretario temprato alle “mission impossible” ha aggirato l’ostacolo con il deposito dell’emendamento in sede di conversione del decreto Semplificazioni, presentato dal ministro Brunetta.
Si tratta del ddl 3146 relativo alla governance del Pnrr con le prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative del Recovery Plan: tra i tanti emendamenti per spendere i 200 miliardi Ue c’è anche quello a firma Alberto Stefani che riguarda Cav. Missione compiuta? Si attende il voto dell’aula, anche se il ministro delle Infrastrutture Giovannini potrebbe bruciare le tappe presentando direttamente il testo a firma del governo Draghi.
Cav si allarga
Di cosa stiamo parlando? Per la prima volta si consente a Concessioni autostradali venete, nata nel marzo 2008 d’intesa con Anas per gestire il Passante A 57, di «realizzare opere pubbliche con la relativa manutenzione e messa in sicurezza del raccordo A4 Venezia-Padova (la tangenziale di Mestre), della tratta A4 Venezia-Padova e poi di altre strade nel territorio della regione Veneto».
Il federalismo decolla
I tecnicismi sono fondamentali per capire la svolta. L’emendamento modifica il comma 290, articolo 2 della legge 244- 2007, perché elimina i limiti alle attività della concessionaria Cav Spa: insomma, decade il divieto di gestire solo i 74 km e si spalanca la porta a tutta la rete non solo in Veneto ma anche in Friuli, Trento ed Emilia Romagna.
Tutto ciò secondo le modalità previste dall’articolo 178, comma 8-ter, del codice dei contratti pubblici che disciplina l’affidamento in house delle concessioni autostradali relative alle autostrade che interessano il territorio di due o più regioni. Il vincolo è uno solo: investire gli utili in nuove infrastrutture in Veneto, secondo il piano già concordato con Anas.
Squilli di giubilo dalle tribune della Lega: «Si tratta dell’attuazione del principio di federalismo infrastrutturale, un primo passo importante verso l’autonomia differenziata del Veneto che potrà gestire interi tratti autostradali d’intesa con le altre regioni», spiega Alberto Stefani. «Se ne parla da 30 anni, è una tappa importantissima, una rivoluzione per l’autonomia delle infrastrutture. Da sempre la Regione cerca di ottenerla. Finalmente il muro è caduto », spiega il segretario della Lega.
“Risultato storico”
Che poi allarga l’analisi ai temi del federalismo amministrativo: «Sono convinto che ci siano le condizioni per approvare l’emendamento in tempi rapidi e raggiungere così un traguardo storico sulla strada dell’autonomia del Veneto. Per le infrastrutture si profila una rivoluzione che prevede la devoluzione di competenze alla Regione. Ciò risponderà alle esigenze di efficienza e ottimizzazione del servizio, in linea con gli obiettivi del processo di regionalismo differenziato promosso dal referendum del 2017 per l’autonomia. La Lega dimostra che è al governo con il premier Draghi per portare a casa risultati mai raggiunti fino ad ora».
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