Interporto di Padova, polo intermodale a base di algoritmi e gru a guida autonoma
Il crocevia dei container: balzo tecnologico grazie all’Intelligenza artificiale. Nel 2020 movimentazione merci cresciuta del 13,75 per cento a 360 mila Teu. Con un investimento complessivo intorno ai 12 milioni di euro e 4 anni di lavoro, circa il 45% delle unità di carico movimentate di una delle piattaforme della logistica più importanti d’Europa
PADOVA. Non sono passati neppure troppi anni da quando si rimaneva a bocca aperta davanti ai video dei bracci meccanici su rotaia che gestiscono interi magazzini senza alcun bisogno apparente dell’intervento umano. Si tratta di interventi che interessano generalmente qualche migliaio di metri quadri nei retrobottega di alcune delle imprese più innovative del Nordest e del mondo.
Operazioni capaci di modificare gli spazi e le funzionalità di superfici di respiro architettonico. Ora quelli che sembravano interventi colossali diventano poca cosa di fronte all’operazione che Interporto di Padova è in procinto di concludere entro l’anno prossimo.
Con un investimento complessivo intorno ai 12 milioni di euro e 4 anni di lavoro, circa il 45% delle unità di carico movimentate di una delle piattaforme della logistica più importanti d’Europa, che insiste su di una superficie di oltre 1 milione di mq complessivi (quella di un piccolo quartiere), sarà pienamente automatizzata.
Già dall’inizio del 2020 tutti i camion e i treni in ingresso e in uscita da Interporto vengono registrati ai gate in digitale, un’operazione propedeutica ad un intervento ben più complesso ad oggi in piena implementazione. Entro la fine del 2022 infatti, non solo le cinque gru a portale elettriche presenti nel sito (l’ultima delle quali è operativa dal maggio di quest’anno) potranno essere guidate da remoto, abbattendo i tempi di trasferimento dei conducenti da una gru all’altra, ma tre di queste si governeranno autonomamente procedendo alle operazioni di carico e scarico dei container senza intervento alcuno da parte dell’essere umano, a meno di imprevisti.
Una sfida che Interporto punta a vincere, tra i primi in Europa, grazie ad un lavoro costante di efficientamento dei processi iniziato ben prima dell’introduzione dei software avanzati e dell’Intelligenza Artificiale i cui algoritmi sono a tutt’oggi in fase di perfezionamento. «Le nuove procedure permetteranno di aumentare l’indice di rotazione del terminal rendendolo più produttivo» spiega Roberto Tosetto, direttore di Interporti di Padova.
«Una scelta strategica indispensabile per rimanere al passo con i tempi e offrire ai nostri clienti un servizio adeguato ad esigenze legate ad un riduzione progressiva delle filiere della logistica. Possiamo definire infatti Interporto un “distretto dell’intermodalità” che accoglie in un unico luogo fisico e sotto una governance unitaria una serie di servizi che vanno dalla pesatura dei container ai corridoi doganali, dalla manutenzione e riparazione dei container, al carico e scarico delle merci e così via. Un modello che ci ha garantito non solo un incremento costante dei volumi ma anche una crescita complessiva del personale (solo nell’ultimo anno sono state una decina le nuove assunzioni) che ci aspettiamo di implementare ulteriormente nel prossimo futuro».
Una struttura che negli anni ha gestito investimenti costanti: sono stati 21 i milioni di euro necessari solo per l’istallazione delle 5 gru elettriche a portale che hanno fatto fare l’ultimo balzo in avanti alla struttura verso l’automazione 4. 0. A questi si aggiungono i 4 milioni per le operazioni di digitalizzazione vera e propria, altri 3 per la riorganizzazione delle banchine, 6 per i lavori di complemento ecc.
Il risultato è una piattaforma complessa in grado, nel difficile 2020, di crescere nella movimentazione merci del 13,7% portando a oltre 360 mila i Teu (unità di misura dei container) gestiti e a quasi 7200 i treni merci in ingresso e in uscita . In peso l’Interporto di Padova, nel 2020, ha movimentato 6, 2 milioni tonnellate di merci di cui il 43% via rotaia verso i porti e i centri logistici di terra di La Spezia, Genova, Livorno, Trieste, Capodistria, Milano, Bari, Catania, Rivalta Scrivia, Rotterdam, Colonia, Geleen
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