Fedriga: sono favorevole allo scostamento di bilancio, ma l’Europa modifichi le regole sui prezzi del gas
Il presidente della Regione ha risposto al direttore de “La Stampa” Giannini: «Io avrei detto prima del voto il nome del Premier del centrodestra»
Favorevole allo scostamento di bilancio ma «solo se l’Europa modificherà le regole sui prezzi del gas». Certo che «non ci sarà alcun pericolo per la democrazia se dovesse vincere il centrodestra, anche se io avrei detto prima agli elettori chi sarà il presidente del Consiglio della coalizione».
Convinto che «autonomia differenziata e presidenzialismo siano due buone riforme che possono andare di pari passo, non approvandole a colpi di maggioranza ma coinvolgendo l’opposizione».
Il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, pungolato dalle domande del direttore de “La Stampa” Massimo Giannini, ha fornito alcuni spunti interessanti su economia, attualità, riforme, situazione internazionale, sanzioni, guerra in Ucraina, che ben si innestano nel dibattito politico, a poco più di due settimane dal voto del 25 settembre. Riavvolgendo l’orologio del tempo, non poteva mancare una puntualizzazione sulla caduta del governo Draghi.
«È stato un grave errore aver mandato a casa Draghi - ha detto il presidente rispondendo alla domanda di Giannini -, ma l’ha mandato a casa anche il Pd. Lega e Forza Italia avevano detto di essere disponibili ad andare avanti, senza però i Cinque stelle che avevano fatto mancare la fiducia sull’inceneritore di Roma. Il Pd, dal canto suo, per ragioni di alleanze, voleva al suo fianco i Cinque stelle, questo è stato il motivo che ha fatto esplodere la maggioranza».
Il rimbalzo all’attualità di queste ultime ore, con le tensioni crescenti su gas, materie prime e rapporti con la Russia, è stato un altro grande tema dell’intervista. «Le aziende energivore - ha spiegato il governatore - sono in ginocchio per i costi insostenibili dell’energia.
Il Friuli Venezia Giulia è la seconda area di produzione dell’acciaio dopo la provincia di Brescia, qua il problema impatta tantissimo, mentre i segnali del folle aumento delle materie prime, penso ai pannelli per l’industria del mobile o ai microchip per l’automotive, c’erano già prima dell’inizio della guerra.
Il secondo decreto aiuti del governo Draghi, da 10, forse 15 miliardi, non sarà sufficiente per venire incontro alle esigenze di imprese e famiglie. Prima di tutto è necessario che l’Unione europea metta in discussione le regole sui prezzi del gas, regole dettate da un algoritmo che a sua volta alimenta la speculazione.
Io uno scostamento di bilancio lo farei, se serve, cioè se l’Europa si muove. Il pericolo è che se non interveniamo adesso, corriamo il rischio di mettere tra pochi mesi 5, 6 volte tanto le risorse di cui si parla ora per gli ammortizzatori sociali.
L’Ue dovrebbe davvero dimostrare solidarietà economica, un po’ come avvenne per la pandemia». Sulle sanzioni alla Russia, Fedriga ha osservato che «possono continuare, ma serve un ombrello europeo per salvaguardare il tessuto sociale e industriale italiano, perchè se la nostra economia e la nostra società vengono devastate, facciamo il gioco di Putin».
Fedriga ha respinto al mittente chi vuole identificare Salvini come “amico di Putin” e la Lega come partito dai rapporti ambigui con Mosca. «Gli attacchi denigratori - ha dichiarato - sviliscono il dibattito. Tutti i governi democratici avevano un forte dialogo con la Russia, Putin ha poi tradito quel dialogo».
Il botta e risposta con il direttore Giannini è poi rimbalzato sul 25 settembre, con la probabile vittoria (secondo i sondaggi) del centrodestra alle elezioni. «Anche se il centrodestra prendesse il 70% dei seggi - ha aggiunto Fedriga - non ci sarebbe pericolo per la democrazia. La stabilità di un governo significa credibilità, il sistema proporzionale porta instabilità perenne e agevola i partiti.
Cinque anni non sono una prospettiva di dittatura. Autonomia differenziata e presidenzialismo sono riforme che farebbero funzionare meglio il Paese, ma per attuarle è giusto coinvolgere l’opposizione». Fedriga ha ribadito di non avere ambizioni nazionali.
«Mi piacerebbe completare il lavoro in regione» e ha concluso con un’anticipazione del libro che ha scritto e che sarà presentato a Pordenonelegge. «Non è un’autobiografia, ho solo 42 anni - ha concluso -, ma è il racconto dei tempi della pandemia. Sono stati mesi di decisioni difficili, con tante tensioni. A volte la notte non dormivo». —
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