Giornalismo d'inchiesta, premiato l'Atlante criminale veneto
VERONA. Atlante criminale veneto, l'inchiesta a puntate dei quotidiani veneti del gruppo Gedi sulla distribuzione del potere illegale in regione, è stata premiata in occasione della consegna del premio Michelangelo Bellinetti 2019 "per il giornalismo d'inchiesta, investigativo, di approfondimento e controinformazione" istituito dal Consiglio dell'Ordine dei giornalisti del Veneto in collaborazione con la famiglia del giornalista veromese scomparso nel 2016.
Il premio, alla sua prima edizione, è stato vinto da Andrea Priante del Corriere del Veneto per l'inchiesta intitolata "La fabbrica delle bugie" e pubblicata il 22 giugno 2018. Dalla telefonata di una donna in redazione si dipana la scoperta di un "tramaccio", ovvero un call center tra Treviso e Padova dedicato a una vera e prorpia truffa: con la scusa di un innocuo sondaggio telefonico, si pongono le basi per fare firmare veri e propri contratti ad ignare casalinghe e pensionate.
Questa la motivazione: “Inchiesta condotta con acume investigativo e coinvolgimento personale del cronista che scava nei fatti e li verifica sul campo, facendosi assumere in un call center e svelando i meccanismi di un raggiro ai danni di donne inconsapevoli, raggiunte telefonicamente con un falso sondaggio. Le modalità della truffa al centro dell’inchiesta sono documentate e presentate con chiarezza, buon ritmo narrativo e scrittura elegante”.
Il Premio, consistente in un bonus di mille euro donato da Maria Teresa e Maria Caterina Bellinetti, è stato consegnato nel corso della cerimonia inserita nel seminario “Giornalismo di inchiesta: istruzioni per l’uso” che ha visto ampia partecipazione di giornalisti e avvocati, essendo stato accreditato per la formazione anche dall’Ordine degli Avvocati di Verona. La cerimonia si è svolta nella splendida Sala Maffeiana dell'Accademia dell filarmonica di Verona.
La giuria, che ha esaminato una cinquantina di lavori tra carta e web, ha assegnato una menzione speciale all'Atlante criminale veneto, progetto giornalistico voluto e ideato dal condirettore Paolo Cagnan che è stato premiato assieme ai colleghi che hanno curato singoli aspetti dell'inchiesta e cioè Gianni Belloni, Ugo Dinello, Enrico Ferro, Elena Livieri, Vera Mantengoli, Carlo Mion e Filippo Tosatto.
Ecco le motivazioni con cui la giuria ha premiato il nostro lavoro: "Per avere contribuito, con i rispettivi servizi di approfondimento e analisi, a fornire ai lettori un quadro organico sulla criminalità organizzata nella nostra regione, offrendo uno spaccato sui nuovi gruppi delinquenziali, dal traffico di droga al business dei rifiuti. Le telematiche affrontate hanno trovato conferma in due inchieste giudiziarie riguardanti infiltrazioni di camorra e Ndrangheta nel tessuto economico e sociale del territorio".
La giuria ha apprezzato proprio l'idea di un lavoro di squadra. Da novembre 2018 sino ad aprile 2019, le quattro testate venete (Mattino di Padova, Tribuna di Treviso, Nuova di Venezia Mestre e Corriere delle Alpi) hanno pubblicato 14 puntate dell'Atlante che hanno richiesto venti pagine.
"Avevamo un doppio obiettivo - ha spiegato Cagnan - giornalistico e culturale. Quello giornalistico: cercare di capire la geografia criminale del nostro territorio. Quello culturale, tenere alta nell'opinione pubblica la consapevolezza dei rischi derivanti dal radicamento delle mafie".
Cagnan ha anche spiegato che non è stato facile creare un team multi-testata, ma soprattutto ha sottolineato che l'inchiesta è nata sin dall'inizio sulla doppia declinazione carta-web: "Normalmente, il web è la banale trasposizione dal cartaceo. Noi invece crediamo che il nostro mestiere, oggi più che mai, sia realizzare contenuti di qualità per poi declinarli a seconda delle piattaforme. Per questo, l'inchiesta segue un suo percorso sulla carta e un altro, parallelo, sul nostro sito. Ci sono ovviamente molte parti in comune, ma anche materiali pubblicati solo su carta o solo su web".
Non solo. Lo speciale multimediale è stato realizzato dal Visual Lab, il laboratorio digitale di GEDI che si occupa di progetti e prodotti giornalistici di grande impatto multimediale. Il grazie qui va a Marianna Bruschi e Paola Cipriani.
L'ultima sottolineatura del condirettore: "Noi crediamo che l'era dell'informazione online gratuita sia finita, specie di qualità. Per questo, la parte digitale dell'Atlante criminale veneto è a pagamento".
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