Gratteri: «Il Veneto è la nuova frontiera di conquista della ’ndrangheta al Nord»

Il procuratore di Catanzaro: le mafie avanzano qui perché non incontrano alcuna resistenza sul piano sociale. Nicaso: «La penetrazione è avvenuta grazie alla complicità di imprenditori e politici, secondo logiche di convenienza»

Paolo Cagnan

VENEZIA. Il Veneto terra di conquista della ‘ndrangheta: questo dice – diretto come è nel suo stile - Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro e tra i più profondi conoscitori dei fenomeni mafiosi in Italia. Insieme a Nicaso, storico delle organizzazioni criminali, ha scritto un libro che interessa da vicino il nostro territorio. Edito da Mondadori, si intitola “Complici e colpevoli: come il Nord ha aperto le porte alla ‘ndrangheta”.

Al Nord, si legge nella prefazione, le mafie “si sono presentate con il volto rassicurante di figure professionali in grado di offrire servizi e soluzioni a basso costo, a partire dallo smaltimento dei rifiuti fino a una sorta di welfare di prossimità, più efficace rispetto a quello spesso carente dello Stato”.

Sono già 46 le “locali” di ‘ndrangheta sinora scoperte al Nord: cellule autoctone in stretto contatto con la “casa madre”, ossia la cosca d’origine, ma con ampi margini di autonomia.

Come ha fatto la ‘ndrangheta a colonizzare il Nord?

Nicaso. La penetrazione delle mafie al Nord è avvenuta grazie alla complicità di imprenditori e politici che hanno agito secondo logiche di convenienza.

Le locali, ovvero gli insediamenti locali di ‘ndrangheta, si sono ricavate ampi spazi di autonomia rispetto alla casa madre o ne sono il puro prolungamento territoriale?

Antonio Nicaso
Antonio Nicaso

Gratteri. La “locale” è la struttura base dell’organizzazione. Il marchio al Nord è uguale a quello delle analoghe locali della Calabria. Il cordone ombelicale non si spezza mai, ciascuna “locale” può fare business senza rendere conto a nessuno ma sempre nel rispetto delle regole. Solo un obolo del business realizzati al Nord torna alla cosca d’appartenenza al Sud. Parte dei ricavati viene invece messa in una bacinella, una cassa comune che serve per pagare gli avvocati, mandare soldi in carcere ai detenuti, ai familiari… Una sorta di mutuo soccorso per gestire le criticità.

Tutti i business fanno gola o ci si regola rispetto al territorio in cui si opera, valutandone anche la struttura politica, economica e sociale?

Nicaso. Le cosche tengono conto delle vocazioni e dei settori. Ad esempio in Valle d’Aosta sono entrati grazie al Casinò di Saint Vincenti, in Trentino grazie al porfido, nelle altre regioni del Nord Italia tra cui il Veneto grazie all’edilizia… Oggi ad esempio le cosche cercano di diversificare, in questo momento l’economia è particolarmente fragile perciò cercano di acquistare tutto ciò che è in vendita. Rilevano società in difficoltà, prestano soldi, investono lontano dalla Calabria dove è molto più facile mimetizzarsi.

Gratteri: il Nordest è terra di conquista per la 'Ndrangheta

Procuratore, cosa si può fare?

Gratteri. C’è una ricetta di breve periodo e una di lungo. Nel breve, bisognerebbe fare riforme normative in base alle quali delinquere non sia più conveniente e quindi modificare codici e ordinamenti giudiziari. Purtroppo le ultime riforme non vanno in questo senso. Nel lungo, bisognerebbe investire molto di più in istruzione.

Siamo ormai passati dall’infiltrazione al radicamento: cosa rappresenta, oggi, il Nordest, rispetto agli appetiti delle cosche?

Nicaso. Il Nordest rappresenta una grande opportunità per le cosche, non soltanto per la presenza di porti e aeroporti, ma anche per la ricchezza della sua economia e la vivacità della piccola e media impresa. La ‘ndrangheta in modo particolare è arrivata in Veneto già negli anni Settanta, si è mossa sottotraccia e soltanto negli ultimi tempi è stato possibile accertare la presenza di una “locale” di ndrangheta a Verona. Ma la ‘ndrangheta è presente in provincia di Padova e in quasi tutto il territorio ed ha goduto di una lunga è colpevole sottovalutazione. Per tantissimo tempo i veneti hanno pensato che criminalità organizzata significasse soltanto Felicetto Maniero.

Procuratore, alle cosche, rispetto al Nordest, interessa di più la posizione strategica oppure il livello di ricchezza?

Gratteri. Le mafie sono presenti a Nordest perché c'è denaro e la possibilità di potere. Vengono lì per vendere cocaina e con quei soldi comprano tutto ciò che è in vendita, cercando poi di entrare - anche come soci di minoranza - nelle aziende, per poi eroderle piano piano e poi comprarle per pochi spicci. La ‘ndrangheta si sta espandendo in modo significativo nel Nordest, forse anche perché non incontra alcuna resistenza sul piano sociale. Le mafie ormai non sparano più, sono meno visibili, ma sono presenti nei vostri territori in modo più significativo rispetto ad anni fa. Il Veneto ci sembra la nuova frontiera di conquista della Ndrangheta, rispetto a posizioni già consolidate in Valle D'Aosta, Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia.

Lei ha parlato di droga ma la ‘ndrangheta, volendola considerare una sorta di holding criminale, gestisce molti rami di impresa. Ma a Nordest le mafie si dividono il territorio per business criminali o per aree geografiche?

Gratteri. Se ci sono “locali” di ‘ndrangheta vuol dire che c'è un territorio ben delimitato con confini ben definiti, dove ci si comporta come se si fosse a casa propria, ma trattandosi di territori dove ancora non esiste un controllo asfissiante, paese per paese, ci sono i margini per muoversi. Il territorio non è ancora così parcellizzato. E’ una situazione che si sta definendo, noi dovremmo intervenire in modo più deciso e più significativo su più piani, non solo su quello giudiziario. In Veneto bisogna lavorare anche e soprattutto sul piano della consapevolezza da parte della politica in primis, ma anche da parte delle associazioni di categoria. E questo per dire “attenzione, che la situazione vi sta sfuggendo di mano”.

Nicaso, al Nord le mafie sfruttano i colletti bianchi locali e tutta quella zona grigia di reciproca convenienza per cui si propongono come fornitori di servizi. E’ un po’ questa la chiave per entrare…

Nicaso. Sì, la chiave che sta utilizzando la ‘ndrangheta è questa. La violenza c'è sempre, ma viene centellinata, viene usata solo quando è strettamente necessaria. In Veneto e nel Nordest in particolare stanno creando delle reti fiduciarie e quindi vanno alla ricerca di professionisti, di imprenditori, di politici che agiscano secondo logiche di convenienza. Qui la ‘ndrangheta sta cercando appunto di garantire servizi, in questo modo è più facile muoversi perché non fa notizia, non dà nell'occhio. E’ una strategia che si può ricondurre a quella mafia silente che sembra appunto prendere piede soprattutto nei territori lontani da quelli d'origine.

Procuratore, il Nordest forse non è più la locomotiva d'Italia ma è ancora un accumulatore seriale di ricchezza. Ecobonus, Covid Economy, poi arriverà il Pnrr. Queste sono occasioni di guadagno, di truffe, di investimenti malavitosi di eccezionale interesse di dimensione veramente forte mai vista…

Gratteri. Sono occasione sono tutte le mafie e per tutti i faccendieri su tutto il territorio europeo in particolare in Italia e ovviamente al Nord.

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