Mafie, il questionario choc in Veneto: «Un fenomeno marginale»

Lombardo, referente di Libera: anche la corruzione è sottostimata. Il 21 marzo a Padova la giornata nazionale per l’impegno e la memoria, con don Ciotti

PADOVA. Chissà a chi, a Libera, è venuto in mente per primo di promuovere proprio qui a Padova, nel nord est, la giornata nazionale in memoria delle vittime di mafia. Di sicuro a qualcuno a cui piacciono le sfide complicate.

Da queste parti solo il 17% pensa che nel posto dove abita le “mafie siano socialmente pericolose”. Nel resto d’Italia la percentuale è più che doppia, il 38%. I dati provengono da una poderosa ricerca “sulla percezione e la presenza di mafie e corruzione” che Libera ha svolto su un campione di oltre 10 mila persone di cui 939 nel nord est.

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“Non si è diffusa una consapevolezza corretta del fenomeno” racconta Marco Lombardo, giovane avvocato alla guida del presidio padovano di Libera. I volontari dell’associazione sono da mesi nelle scuole e in giro per il territorio a predicare la necessità della battaglia antimafia anche nelle nostre contrade, ma la risposta non è sempre delle migliori. “Le reazioni alle nostre sollecitazioni? L’altro giorno un mio interlocutore mi ha polemicamente domandato: ’Volete dipingere Padova come Corleone?’” confida Lombardo.

Insomma se il fenomeno mafioso non assume le sembianze che ricordiamo nella cinematografia non esiste. Per l’abitante nel nord est la criminalità organizzata è un fenomeno marginale per il 47,3% degli intervistati, mentre la media degli italiani la percentuale scende al 29,1%.

«Siamo vicini all’anno zero, molti si sorprendono pure che Libera sia presente in Veneto, un territorio dove secondo loro non ci sarebbe motivo di una battaglia antimafia», soggiunge l’avvocato.

È evidente che in queste condizioni per i giovani volontari di Libera promuovere la manifestazione del 21 marzo non rappresenta solo un gravoso impegno organizzativo e logistico, assicurando in città il corretto svolgimento di una manifestazione di carattere nazionale, ma una sfida perché la città, e il Nordest tutto non rimanga alla finestra e posso trovare motivo per coinvolgersi.

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C’è una dato, che più di tutti, racconta la onerosità della sfida: per poco meno del 30% degli intervistati nordestini la corruzione nella propria regione è poco diffusa, mentre per la media degli italiani la percentuale scende al 17,1%. I veneti, il centro del nord est, dopo aver tributato consensi plebiscitari a Galan & soci – coerentemente, si direbbe -, trova le proprie istituzioni poco corrotte.

Il nordestino imputa più corrotti i membri del governo e del parlamento (52,6% mentre per la media degli italiani 50,3%), mentre nutra più fiducia negli amministratori locali (coinvolti nella corruzione per il 21,2% dei nordestini e per il 28,5 degli italiani).

«C’è una diffusa sottovalutazione dei fenomeni, il fatto che la giornata del 21 marzo si svolga qui è un’occasione per portare alla conoscenza dell’opinione pubblica realtà criminali sempre più presenti», racconta Lombardo, «solo così potremo pensare di mettere in campo dinamiche e comportamenti in grado di contrastarle».

«Le istituzioni hanno accolto la nostra proposta positivamente», prosegue il leader padovano di Libera, «e si sono messe a disposizione, ciascuno a suo modo. Verificheremo dal 22 marzo se questa disponibilità si tradurrà in atti concreti e nell’impegno al contrasto alla criminalità organizzata».

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