Traffico illecito di rifiuti tra il Nord Italia e la Campania: tutti i nomi

Venti arrestati, tra cui due veneti. Organizzazione spregiudicata: "Non si sono fermati neppure davanti al sequestro delle discariche abusive"
Vigili del fuoco al lavoro sul rogo che si ?? sviluppato nel capannone pieno di rifiuti della Lea, azienda sequestrata pochi giorni fa dalla magistratura, a Marcianise (Caserta), 26 ottobre 2018. ANSA / CIRO FUSCO
Vigili del fuoco al lavoro sul rogo che si ?? sviluppato nel capannone pieno di rifiuti della Lea, azienda sequestrata pochi giorni fa dalla magistratura, a Marcianise (Caserta), 26 ottobre 2018. ANSA / CIRO FUSCO

MILANO. Sono 20 le persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare eseguita questa mattina a Milano, dai carabinieri del Noe per gestione e traffico illecito di rifiuti.

L’indagine, che ha coinvolto oltre 200 militari, ha portato al sequestro di vari siti di stoccaggio, in particolare di due nel comune di Cornaredo (Milano). Oltre a questi, i più grossi, sono altri quattro i siti a cui sono stati messi i sigilli, nelle province di Milano, Lodi, Brescia, Mantova e Verona.

Il primo dei nomi coinvolti è quello di Massimo Sanfilippo, 50enne, ex amministratore di fatto della Winsystem Groups srl, che faceva da intermediario nel traffico di rifiuti diretti ai capannoni di via Chiasserini, zona Bovisasca, dove nell’ottobre scorso scoppiò un grosso incendio che rese l’aria irrespirabile in città per giorni.

Sanfilippo, che si trovava già al carcere di Monza per quella vicenda, sarebbe coinvolto anche oggi nella gestione illecita di rifiuti, insieme al fratello Giuseppe, amministratore di diritto della stessa società.

Nell’ordinanza firmata dalla gip Giusy Barbara, che aveva convalidato a febbraio le 15 misure cautelari per l’incendio di Chiasserini, compare anche un altro nome già coinvolto nell’operazione «Velenum»: quello di Pietro Ventrone, 35enne di Caserta, che era invece l’amministratore della Waste Solution srl e gestore della Gea Log, che garantivano il trasporto nei siti illeciti (Ventrone aveva già allora precedenti specifici).   

La loro recidiva è segnalata dalla stessa gip come aggravante. Sanfilippo patteggiò, come emerge oggi dalle carte, una condanna di 2 anni e 4 mesi decidendo di collaborare con il pm. Un giro d’affari, quello bloccato oggi, che ha portato un profitto ingiusto per oltre 400 mila euro.

L' incendio di vaste dimensioni scoppiato in un capannone di rifiuti nell'area nord di Milano, in zona Bovisasca e vicino a Quarto Oggiaro. Il rogo riguarda un capannone di della Ipb, Milano 14 ottobre 2018 ANSA/ DANIELE BENNATI
L' incendio di vaste dimensioni scoppiato in un capannone di rifiuti nell'area nord di Milano, in zona Bovisasca e vicino a Quarto Oggiaro. Il rogo riguarda un capannone di della Ipb, Milano 14 ottobre 2018 ANSA/ DANIELE BENNATI

Oltre al capannone di via Copernico a Cornaredo, la Winsystem aveva dovuto creare un altro sito abusivo in via Milano, sempre nello stesso comune, dal momento che il primo deposito era stato riempito.

Le indagini coordinate dai pm Donata Costa e Silvia Bonardi hanno portato ad accertare che anche dopo l’esecuzione della prima ordinanza, gli accusati abbiano continuato la loro attività illecita: una circostanza che la gip ritiene «sorprendente».

Il traffico di rifiuti aveva una fonte di approvvigionamento privilegiata, ovvero la Campania, grazie al canale gestito dai fratelli Ventrone. Un altro filone dell’indagine riguarda invece i fratelli Assanelli, Maurizio e Stefano, titolari di un’azienda di trasporti.

I camion realizzavano un «margine» in base alla distanza percorsa con la spazzatura illegale: in un’intercettazione è proprio Maurizio a dire: «Allora, cinquanta chilometri mi devi dare 600 euro, dopo cento ne voglio mille e due».

Vigili del fuoco al lavoro sul rogo che si ?? sviluppato nel capannone pieno di rifiuti della Lea, azienda sequestrata pochi giorni fa dalla magistratura, a Marcianise (Caserta), 26 ottobre 2018. ANSA / CIRO FUSCO
Vigili del fuoco al lavoro sul rogo che si ?? sviluppato nel capannone pieno di rifiuti della Lea, azienda sequestrata pochi giorni fa dalla magistratura, a Marcianise (Caserta), 26 ottobre 2018. ANSA / CIRO FUSCO

TUTTI I NOMI

Ecco i 24 nomi citati dall'Ordinanza di custodia cautelare emessa dl gip di Milano. Sono tutti indagati in concorso per inquinamento ambientale, ciascuno poi ha una posizione ovviamente diversificata. Alcuni si trovavano già in carcere.

    SANFILIPPO Massimo, nato a Lissone il 18.5.1969, residente a Lissone, Via Pietro Micca n. 13, detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Monza

    SANFILIPPO Giuseppe, nato  a Caltanissetta  il  13.11.1957, residente  Carate  Brianza  (MB

    COLOMBO Joskwa, nato ad Erba il 4.6. 1975, residente a Seregno (MB), Via Comina 2, detenuto per altra causa p resso la Casa Circondariale di Como

    STANISLA V Angelov, nato a Tamovo (Bulgaria) il 1.3.1986 residente a Milano

    KOSZ Mihai Alin, nato in Romania il 9.1.1982 residente a Rho

    COZONAC And rei, nato in Romania il 19.1.1982, già residente in Milano, V iale Sarca n. 92, di fatto emigrato per la regione Moldavia (Romania)

    GUARDIANO  Giovan ni, nato a Ragusa il 20.4.1955, residente a Ragusa

    ASSANELLI  Maurizio, nato a Treviglio (BG) il 3.2.1964, residente a Pagazzano

    ASSANELLI  Stefano,  nato  a  Treviglio  (BG)  il  20.1.1969,  residente  a  Pagazzano

    CRISTOFARO Vittorio, nato ad Acerra l' 1.7.1987, residente a Gricignano di Aversa

    DI LUCIA Giuseppe, nato a Maddaloni il 23.5.1968 , residente a Maddaloni

   HENAIENE Nabil, nato a Recharcha- Mahdia (Tunisia) il 15.12.1973, domiciliato a Busto Arsizio

    VENTRONE Pietro, nato a Maddaloni (CE) il 4.4.1984, residente a Maddaloni

    BASILE Franco Cristian, nato a San Donato Milanese il 30.7.1974, residente a Casorate Primo (PV)

    DALLA SANTA Alessio, nato a Feltre (BL) il 29.1.1976, residente a Sovramonte (BL) Fraz. Zorzoi

    MATTEI  Guglielmo, nato a Padenghe sul Garda (BS) il 2.6.1953, residente a Roma

    CHOPUSIAN   Cesar  Daniel,  nato  a  Montevideo  (Uruguay)  il  20.3.1974,  residente  a Monterotondo Marittimo (GR)

    BRUNO Salvatore, nato a Isola Capo Rizzuto (KR) I' 11.10.1978, domiciliato ad Arcole (VR)

    MENEGHETTI  Gianantonio,  nato a Castelfranco  Veneto  (TV) il  10.5.1965 residente  a Lonigo (VI)

    OTTAVI Marco, nato a Monterotondo (RM) il 9.11.1959, residente a Valeggio sul Mincio
    DI NATALE Bruno, nato a Marnate (VA) il 17.10.1967, residente a Cassano Magnago

    BUCCINO Alessandro, nato a Napoli l' 1.8.1964, residente a Piacenza

    DESOLE  Antonio  Cosimo,  nato  a Milano  il  3.1.1961, residente  a Carate  Brianza

    VARRONE Alfonso, nato a Carugate (MI) il 27.4. 1974, residente a Carugate

***

LE INTERCETTAZIONI

«Pensa te che cosa ho trovato, ho trovato la merda» che è «diventata miniera». «La merda è oro» e nei «
rifiuti c’è dentro di tutto». É così che i fratelli Maurizio e Stefano Assanelli, titolari du una ditta di autotrasporti arrestati nell’ambito di una operazione dei carabinieri del Noe su un maxi traffico di
rifiuti tra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Campania, parlavano della loro attività.

Non sapendo di essere intercettati i due trasportatori parlavano anche dei compensi ricevuti per movimentare i rifiuti e portarli in capannoni abbandonati, dove venivano stoccati illegalmente. «Se viaggio regolare - dice uno all’altro - prendo 18-20mila euro alla settimana». Un traffico molto redditizio ma anche potenzialmente pericoloso per la salute. Tanto che i due fratelli spesso hanno «la necessità di fare ricorso a una mascherina a causa del cattivo odore».

ATLANTE CRIMINALE VENETO

E’ un traffico strutturato ed organizzato quello dei rifiuti che vengono stipati nei capannoni veneti in disuso. Nulla viene lasciato al caso. L’ultimo ritrovamento, nel capannone di 3 mila metri quadrati nell’area industriale di Asigliano Veneto, nel vicentino, da parte della Guardia di Finanza è l’ulteriore conferma di come ci si trovi di fronte ad un unico modus operandi, e, probabilmente, ad un'unica regia.

I rifiuti tossico nocivi di origine industriale vengono stipati all’interno di cubi di stoffa per nasconderli in caso di controlli superficiali che possono verificarsi durante il percorso.

LEGGI QUI la nostra inchiesta: le vedette lungo i percorsi attraversati dai camion stracolmi e il permesso delle “signorie” concesso ai trafficanti veneti
 

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