Cittadella-Venezia, giochiamo il derby con due tifose doc: Cusinato e Centasso

Alla vigilia della sfida tutta veneta per la terza giornata del campionato di calcio di serie B, parlano due supporter speciali, che confessano la loro passione per i rispettivi colori, granata e arancioneroverdi 

Francesco Gottardi, Diego Zilio
Ilaria Cusinato e Agata Isabella Centasso
Ilaria Cusinato e Agata Isabella Centasso

VENEZIA. Alla vigilia della sfida veneta del campionato di serie B fra Cittadella e Venezia, in programma domenica sera al Tombolato, Ilaria Cusinato, medaglia di bronzo nei 200 farfalla agli Europei di nuoto, tifosissima dei granata e Agata Centasso, calciatrice veneziana, volto social e spesso ospite a Calciomercato su Sky, si schierano apertamente per le rispettive squadre. Ecco le loro interviste.

ILARIA CUSINATO

Una tifosa a dir poco speciale. Ilaria Cusinato al Tombolato si vede con una certa frequenza. Non sempre, certo, anche perché gli impegni agonistici la portano spesso in giro, ma la medaglia di bronzo dei 200 farfalla ai recenti Europei di nuoto di Roma segue con attenzione la squadra di Gorini. «Non so ancora se sarò al derby col Venezia di domenica, ma sto cercando di organizzarmi», racconta appena rientrata dalle vacanze. «Lo saprò all’ultimo. Nel caso, ci andrò assieme alle mie due migliori amiche, Giulia e Maria Vittoria, tifose non meno di me».

Come nasce questo amore per il calcio?

«La premessa è che sono milanista, una passione trasmessa da mio papà. E non lo dico tanto per dire: da piccola ero proprio sfegatata e avevo i poster di Kakà e Pato in camera. Poi ho avuto un periodo di rifiuto e mi sono un po’ staccata dal calcio, ma negli ultimi anni la scintilla si è ripresentata».

E il Citta cosa c’entra?

«Sono di San Martino di Lupari, ma mi considero anche di Cittadella, perché ci sono cresciuta passandoci gran parte della mia vita. Per cui è la squadra della mia città e sono fiera di seguirla».

Una partita che ricorda più delle altre?

«In questa stagione devo ancora andare allo stadio, ma nello scorso campionato ne ho viste diverse, fino ad aprile. E mi secca ma devo citare una sconfitta, quella incredibile col Monza: è un ricordo ancora vivo che vorrei cancellare al più presto».

Un giocatore che le sta più simpatico degli altri?

«Li conosco tutti di nome, ma non personalmente. L’unico è Baldini, che è anche fra i più forti: una volta siamo stati invitati in uno studio televisivo nella stessa puntata, a “Rigorosamente Cittadella”».

Magari segnerà lui.

«Magari, ma non chiedetemi pronostici per favore: non li becco mai».

Scaramantica?

«No, per niente. Sono convinta che agli appuntamenti devi arrivare preparata e non credo alla sfortuna. Vale nello sport ma anche nella vita quotidiana, ho sempre ragionato così anche a scuola: i risultati vanno costruiti. Detto questo, i pronostici li evito a prescindere. Di sicuro sarà una partita difficile, perché il Venezia è appena sceso dalla A ed è forte. Ma lo è anche il Citta».

Potrebbe regalarle una piccola gioia, dopo quella, per lei ben più grande, della medaglia vinta a Roma.

«Un risultato che mi ha reso contentissima, perché sono andata oltre le mie aspettative. Ho vissuto settimane difficilissime, pensate che un mese e mezzo prima degli Europei avevo praticamente smesso di nuotare perché non sentivo più motivazioni. Così ho puntato su una distanza più facile da preparare rispetto ai 400 misti che mi sono più abituali. E ho vinto la medaglia di testa, più che col fisico». —

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AGATA ISABELLA CENTASSO

È pure tornata al Penzo «dopo più di due anni», per il debutto in campionato contro il Genoa. «L'emozione di un ritorno a casa: la prossima volta non ne dovranno passare altri due». Agata Isabella Centasso è calciatrice e operatrice sociosanitaria. Ragazza semplice e anima glamour della venezianità sportiva sui social. «Tanto per dirne una? La prossima settimana il lavoro ospedaliero mi porterà agli Alberoni e mi dovrò preparare degli allenamenti individuali sul posto: magari avessi tempo di andare a vedere il derby a Cittadella».

Toccherà accontentarsi della tv. Che partita si aspetta?

«Non mi sbilancio, sono una grande tifosa e altrettanto scaramantica. Quindi che vinca il migliore. Penso però che questo Venezia sia partito con il piede giusto, la prospettiva della stagione è incoraggiante. Un po' come la nostra».

Dopo lunghi trascorsi in arancioneroverde, è alla sua seconda annata nel Vfc Venezia Calcio, C femminile.

«Il 2021/22 per noi è stato un campionato di ricostruzione: ricordo ancora la preparazione atletica in poche, mezza squadra da allestire. Oggi invece si respira tutta un'altra aria: gruppo già affiatato, il toccasana del ritiro a Piani di Luzza, vicino a Sappada, la conferma di mister Murru attorno a un progetto ambizioso. Ci siamo rinforzate sul mercato. Ma anche le nostre avversarie, dal Bologna al Merano: sarà una Serie C di alto livello e noi vogliamo essere competitive».

Intanto il fenomeno “Isabelva” continua a crescere sul web: 85mila follower tra Twitter e Instagram, raddoppiati nel giro di un anno.

«Eppure non mi sento di dire di amare i social».

Pragmatismo, allora.

«Ho imparato a prendere del buono da queste piattaforme ricche di potenziale. Curo il mio profilo secondo le mie inclinazioni, senza scadere nell'autocelebrazione; cerco l'interazione costruttiva con gli utenti, ma sempre con la giusta ironia: giocare d'incastro è un'arte. E fa piacere sentirsi apprezzati per il proprio stile, per le proprie posizioni anche su tematiche non scontate. Parità di genere, sfide del calcio femminile, la fragilità di Venezia».

Qualche episodio?

«Proprio l'altro giorno ero in autobus mentre tornavo da lavoro. Sento due famiglie romane bisbigliare, mi riconoscono, selfie d'obbligo. E poi chiamano all'applauso tutti i passeggeri: parte il coro A-ga-ta, A-ga-ta».

Le serate a Sky aiutano.

«Essere ospite di Calciomercato l'Originale è stata una grande esperienza e sono contenta che la porta rimanga aperta. Ma a gennaio compirò 33 anni, la carriera del centrocampista non è semplice e fare un nuovo campionato nel segno della continuità fisica per me sarebbe già un grande traguardo. E perché no, magari con qualche gol in più». —

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