Link Media Festival: l’irresistibile bisogno di collegarsi
Che cosa significa la parola link? Il senso specifico appartiene ai territori complessi dell’informatica: è un collegamento ipertestuale, che mette in relazione due elementi. Il primo è semplice e immediato: per esempio è una parola, una frase o un’immagine.
Il secondo è più approfondito: un’intera pagina web, un documento al quale si rimanda. Ma a noi, qui, oggi, pronti a vivere la decima edizione del festival Link di Trieste (6-8 settembre), da quest’anno una delle punte degli eventi promossi da Nem - Nord Est Multimedia, premono i significati più ampi del termine, quelli che hanno tracimato nel linguaggio comune, fino a definire “link” le navette che portano dall’aeroporto alla città, o addirittura i legami tra le persone.
Avete presente quando a scuola (anche mezzo secolo fa) gli insegnanti raccomandavano di “fare i collegamenti”? Ecco, quello era l’embrione di Link: legame, eco socioculturale, concatenamento tra concetti o immagini.
Nella società iperconnessa che stiamo vivendo, “linkare” serve per aprire mondi, contaminare virtuosamente esperienze, attraversare campi che non hanno confini rigidi, o quantomeno che non intendono difenderli. Forse ha molto senso, anche per questo, che Link – come festival, con la maiuscola – sia nato e prosperato a Trieste, che di confini e di superamenti se ne intende, li ha nel patrimonio genetico.
Per tre giorni, nello scenario irripetibile e incomparabile di Piazza dell’Unità d’Italia, “linkeremo” come se non ci fosse un domani, come si suol dire: linkeremo tra intervistatori e intervistati e tra intervistati e pubblico, linkeremo tra giornalismo e dimensioni varie, dallo sport alla cultura, dalla politica agli scenari internazionali, dalla società alla solidarietà passando per l’entertainment, la televisione, la carta stampata, il web, la radio. L’intelligenza artificiale, la scienza, il protagonismo e l’altruismo, i drammi e i sogni, sempre con lo sguardo di chi analizza e approfondisce. Esperienze profonde, progetti innovativi. E quella voglia di confronto che migliora le nostre vite. L’irresistibile bisogno di collegarsi.
Appunto.
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