Emma Mardegan brilla sulle punte e approda al Dutch National Ballet
La ballerina classica, 23 anni, originaria di Mestre, ha studiato alla scuola di Susanna Plaino a Castelfranco: «Ballo per regalare emozioni». E sogna di impersonare Odelle-Odile nel Lago dei Cigni

Se hai talento, che vuol dire intelligenza tecnica e anche cuore, nulla ti spaventa. È con questa determinazione che Emma Mardegan, 23 anni, 19 passati sulle punte, è arrivata al Duch National Ballet di Amsterdam.
Originaria di Mestre, danza da quando aveva 4 anni. «Lo facevo in casa», racconta dalla capitale dei Paesi Bassi dove vive dal 2019, «Imitavo mia cugina Anna sotto gli occhi divertiti di mamma Valentina e papà Claudio». Quei primi passi, quella passione che stava sbocciando, delicata ma decisa, hanno convinto i genitori a iscriverla a una scuola di danza di Mestre. «Ballare», le ripeteva Valentina, «sarà la tua felicità».

Così è stato. Emma cresceva: i primi concorsi, le prime competizioni e il suo talento brillante. A 13 anni la decisione di entrare nella scuola Il Balletto di Castelfranco, diretta da Susanna Plaino. «Ero affascinata dai ballerini di quella scuola. Li incrociavano ai concorsi: strepitosi, fantastici», ricorda, «Lì potevo crescere e sognare di trasformare la mia passione in una professione».
Da qui l’iscrizione al liceo Giorgione di Castelfranco per poter poi frequentare nel pomeriggio le lezioni al Balletto. Una giornata impegnativa per un’adolescente: sveglia di buon mattino, viaggio in treno, le ore in classe, poi in bici fino alla scuola di danza dove allenarsi, provare e raffinare un «talento innato» – conferma la maestra Plaino – , anche fino alle 20 quando mamma Valentina veniva a prenderla in auto per tornare a casa. Una grande passione.

«Peccato», si rammarica Emma, «che la scuola italiana non si concili con la formazione professionale di chi sceglie la danza. Andavo a dormire all’una di notte e mi alzano alle 5 per studiare le materie del liceo. I risultati erano buoni, ma purtroppo spettacoli, prove, concorsi e competizioni richiedevano assenze dalle ore in classe oltre al limite previsto per evitare la bocciatura. Così, d’accordo con i mie genitori, ho scelto di frequentare un liceo privato on line».
«Emma», la descrive Susanna Plaino, «ha un senso artistico raro, sa dare colore alla tecnica». Così di concorso in concorso a 17 anni e mezzo, è arrivata al Dutch National Ballet di Amsterdam, vincitrice di una borsa di studio di una settimana. Sette giorni che poi sono diventati mesi nell’accademia e, dopo un’audizione, la prima, l’entrata nella Junior Company e poi nel corpo del Balletto nazionale olandese dove oggi è una coriphée.

«Una mezza solista», traduce Plaino che resta la sua “maestra di riferimento”. Quella con cui si scambia un messaggio ogni mattina, quella che appena può, quando è in Italia, passa a trovare («anche solo per uno spritz a Venezia», sorride Plaino).
Solare e determinata, sensibile e inflessibile, paziente e tenace, Emma è un caleidoscopio: «È la mia forza, ballo per regalare emozioni. Chi esce dal teatro dopo aver assistito a un mio balletto deve portare con sè una storia. La tecnica è importante, ma non basta per essere dei bravi danzatori».
Il suo sogno: «Interpretare Odette-Odile nel classicissimo Lago dei Cigni oppure la passionale Manon o ancora Kitri nel Don Quixote». E dopo, quando la carriera di danzatrice si chiuderà, una nuova vita. «Non farò l’insegnante», confessa, «ma studierò per reinventarmi in un nuovo lavoro, forse nel business».
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