Studiare con la garanzia del lavoro: succede a chi frequenta il sistema Its

Accademie di specializzazione post-diploma gestite assieme alle imprese e alternative all’università: 41 i corsi nel Veneto

Un percorso di formazione che si ispira alle Fachhochschulen tedesche, gli istituti di alta formazione per creare tecnici specializzati. Nascono a pochi passi dalle fabbriche e talvolta dentro le fabbriche venete, per soddisfare la disperata ricerca di giovani “con esperienza”. Sono gli Its Academy, formazione post diploma di scuola superiore (e, perché no, anche per laureati), senza limite di età. L’88% degli studenti che li ha frequentati in Veneto ha trovato subito occupazione, grazie al coinvolgimento del mondo delle imprese.

L’offerta formativa è molto ampia, ideata da imprenditori per le esigenze dell’industria veneta. Sono 41 i corsi attivati, divisi tra 7 grandi poli (Agroalimentare, Efficienza Energetica, Logistico, Logistico Portuale, Meccatronico, Moda, Turismo). A questi si aggiungono corsi su Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione ed approfondimenti trasversali sul 4.0. A testimoniare la qualità della formazione made in Veneto c’è la classifica di Indire, che ne posiziona 5 tra i primi venti in Italia (complessivamente gli Its sono 139).

Non si tratta, sia chiaro, di operai specializzati: per quelli c’è la formazione professionale dopo la scuola media. Si tratta di “produrre” personale con una formazione a livello quasi universitario, specializzato esattamente nei campi e nelle “tendenze” che il sistema produttivo attuale - e quello veneto in particolare - cerca come l’aria. Nulla di strano quindi che vi si possano iscrivere anche liceali dal brillante voto di maturità o che chi li frequenta abbia in seguito desiderio e interesse a proseguire con gli studi universitari. Sempre che ne abbia il tempo, visto che il posto di lavoro (qualificato) al termine del biennio formativo è praticamente sicuro, spesso nelle stesse aziende in cui ci si è formati.

Proprio per fornire a ragazzi e famiglie informazioni dettagliate e guide a questo tipo di istruzione, estremamente al passo con i tempi ma ancora poco conosciuta, il giornale inizia oggi una panoramica sul mondo degli Its che proseguirà per sette settimane, analizzando a fondo ogni lunedì uno degli istituti attivi nel Veneto (ma in molti casi con sedi in più province e anche fuori regione). La panoramica nazionale e i link ai singoli istituti e indirizzi è disponibile sul portale www.sistemaits.it.

Conosce a fondo queste scuole Silvia Oliva, ricercatrice senior di Fondazione Nord Est: gli Its forniscono una formazione di tipo aziendale, i giovani hanno un posto di lavoro praticamente garantito al termine del percorso, sembra la quadratura del cerchio. E invece?

«Purtroppo gli Its sono poco conosciuti: i giovani e le famiglie non conoscono questa interessante opportunità di formazione e sbocco lavorativo. Non si tratta di un ulteriore istituto tecnico, gli Its sono alternativi all’università. Purtroppo manca la percezione corretta del loro valore. E persino molti imprenditori non li conoscono».

Perché nascono gli Its?

«Gli Its nascono in Italia circa 10 anni fa per soddisfare due esigenze: da un lato per risolvere il problema dei tassi di abbandono all’università, dall’altro per colmare il gap formativo che esiste tra chi conclude un istituto tecnico e le richieste del mondo del lavoro. Gli imprenditori cercano lavoratori con competenze che la scuola non dà. Gli Its sono un sistema utilissimo per risolvere il mismatch che esiste tra domanda e offerta di lavoro in Veneto».

Che tipo di formazione viene fatta all’interno degli Its?

«Si tratta di un percorso di studio fortemente professionalizzante. Gli Its durano due anni e alternano sei mesi di formazione in aula a sei mesi di stage in azienda. Le fondazioni che gestiscono gli Its hanno all’interno le aziende partner e molte volte sono presiedute da imprenditori. Mondo del lavoro ed accademico disegnano i percorsi formativi, l’attività formativa è fatta da persone che vengono dal mondo dell’impresa. Si tratta di formazione pratica e concreta».

I ragazzi quando escono che tipo di collocazione avranno?

«Gli allievi hanno una formazione intermedia, ma fondamentale: accompagneranno le aziende venete nella trasformazione 4.0. Si tratta di tecnici che, per esempio, andranno a controllare macchinari, con professionalità alta. Si tratta di competenze immediatamente spendibili in azienda».

Qual è il riscontro del mondo imprenditoriale?

«Gli imprenditori testimoniano che gli stage degli Its facilitano l’ingresso dei lavoratori nelle loro aziende. In alcuni Its i tassi di occupazione sono superiori al 90% dopo un anno. Ci sono eccellenze come la logistica veronese, la meccatronica nel Vicentino, oppure la moda nella Riviera del Brenta. La forza di questi Its è che sono inseriti fisicamente nei territori dove ci sono i distretti produttivi, sfruttando la vicinanza fisica. Gli Its del Veneto nella classifica nazionale sono ai vertici per la qualità formativa».

Proprio non ci sono problemi?

«La disponibilità dei posti è ancora molto limitata. Due numeri chiariscono la situazione: in Italia sono solo 12mila gli allievi di queste scuole, in Germania si arriva a 800mila. Un gap grandissimo, che bisogna colmare: occorre farli conoscere di più tra i giovani, che devono scegliere il percorso di studi, e agli imprenditori stessi. Poi i finanziamenti a livello nazionale sono insufficienti, la Regione Veneto ha mantenuto gli investimenti e aiuta a farli conoscere con Confindustria, ma gli allievi restano ancora pochi».

Dove nascono gli Its e a quale modello si ispirano?

«Proprio a quello tedesco. In Germania il tessuto produttivo è diverso, le aziende hanno una dimensione media molto più grande rispetto alle nostre, circostanza che facilita la formazione interna. Il percorso formativo in Germania viene poi svolto tutto in azienda, hanno un approccio direttamente operativo. Noi tendiamo invece a tenere separato l’ambiente scolastico a quello lavorativo: finalmente con gli Its si uniscono le due tradizioni». —


 

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