Cure su misura: le sfide della sanità nell’epoca dell’intelligenza artificiale
Come l’innovazione tecnologica influirà nel lavoro dei medici, aiutando a personalizzare le cure per il paziente: se ne parla al World Health Forum del Veneto a Padova
L’innovazione tecnologica spinge forte come non mai, sull’acceleratore della sanità. Ed ecco che la sfida diventa quella di governare il cambiamento a servizio del medico e, di conseguenza, del paziente, senza farsi travolgere. Dominare per non essere dominati, analizzare l’oggi per intercettare le evoluzioni di domani. È uno dei punti centrali che verranno trattati, da mercoledì 20 fino a sabato 23 a Padova nella prima edizione del World Health Forum del Veneto.
La sfida dell’intelligenza artificiale
In questo scenario, quindi, impossibile ignorare la sfida più grande – e critica – che si staglia in tutta la sua portata su un orizzonte vastissimo, ovvero quella dell’intelligenza artificiale. Ma se a quello che si impone oggi come Sacro Graal della sanità verranno dedicati incontri a tema in due dei quattro giorni di incontri e approfondimenti del summit, la prateria delle sfide in salute è veramente sterminata: dalla terapia genica per arrivare a cure sartoriali, passando per la “scoperta” del potere distruttivo dei virus, la cybersicurezza come difesa della privacy, gli spazi e le infrastrutture del sapere fino a una spesa finita chiamata a misurarsi con necessità sempre più complesse. Istanze tutte permeabili all’uso dell’intelligenza artificiale.
«Il convegno vuole affrontare a 360 gradi le sfide della sanità provando a comprendere come le nuove tecnologie e chiaramente l’intelligenza artificiale possono contribuire a risolverle» sostiene il professor Angelo Dei Tos, presidente della scuola di Medicina dell’Università di Padova nonché direttore del Dipartimento di Diagnostica Integrata e dell’Anatomia Patologica dell’Azienda Ospedale Università che guida il primo progetto finanziato per l’intelligenza artificiale in diagnostica.
I campi di impiego
«Si parte dalla prevenzione delle malattie, dallo sviluppo di comportamenti corrispondenti ai bisogni di salute, dal governo dei processi diagnostici e delle decisioni terapeutiche, all’utilizzo di prodotti di intelligenza artificiale in alcuni settori per aumentare l’accuratezza nelle diagnosi e nelle terapie. Queste sono le sfide che noi accettiamo senza timore che l’intelligenza artificiale sia un rimpiazzo del sapere medico ma semplicemente un ausilio a un utilizzo sempre più consapevole sia sul versante dei cittadini che dei professionisti della marea di nozioni che abbiamo accumulato nel corso degli anni» prosegue Dei Tos «il focus sarà quindi sui protocolli di intelligenza artificiale, ma ci sarà spazio anche per la robotica e le nuove tecnologie di indagine di imaging radiologico che già oggi cominciano a contenere elementi di intelligenza artificiale. Ormai viviamo immersi in questo mondo ma vogliamo parlare sia delle opportunità che ci dà, che delle sfide che ci lancia e dei limiti morali che dobbiamo imporre a queste tecnologie».
La «rivoluzione paradigmatica»
Una «rivoluzione paradigmatica» come la definisce il professor Roberto Vettor, direttore del Dipartimento di Medicina dell’Azienda Ospedale Università e presidente della conferenza che prende il via oggi «le cui conseguenze cambieranno in maniera significativa le nostre conoscenze modificando radicalmente il pensiero e il modo di vedere la realtà condizionando la nostra storia futura». Una trasformazione così veloce da superare potenzialmente i limiti delle scelte morali che ne definiscono l’area di applicazione.
«Si prevede che l’intelligenza artificiale contribuirà a realizzare la promessa della medicina di precisione in tre aree principali: prevenzione delle malattie, diagnosi e trattamento personalizzati» prosegue Vettor «a breve ci domanderemo se abbiamo contribuito a guidare il nostro sistema sanitario attraverso il vortice di questa tecnologia, garantendo che ai pazienti venga offerto uno standard di assistenza sanitaria senza precedenti, il tutto salvaguardando l’autonomia e la dignità del paziente e se abbiamo effettivamente sostenuto la progettazione e l’implementazione dell’intelligenza artificiale in modo che la pratica della medicina sia emotivamente e intellettualmente gratificante promuovendo nelle scuole di medicina programmi di formazione che consentano ai neolaureati o agli specialisti di dominare questo argomento.
Sebbene l’avvento dell’intelligenza artificiale in medicina costituisca un cambiamento epocale, siamo solo all’inizio e prevediamo che le tecnologie, se applicate in modo aperto ed equo e in stretta collaborazione con l’intelligenza umana, apriranno nuove porte per un’assistenza sanitaria efficace e personalizzata in tutto il mondo».
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