La gioia di Andreoletti: «Non so se troverò mai un gruppo così bello»

L’allenatore del Padova si gode la Serie B centrata al primo tentativo: «Dopo Caravaggio sembrava tutto perso, ma non abbiamo mollato»

Stefano Volpe
Il mister Andreoletti festeggia in campo a Lumezzane
Il mister Andreoletti festeggia in campo a Lumezzane

Ci ha provato fino all’ultimo a restare minimamente composto, ma alla fine nemmeno lui è risuscito a trattenere le lacrime. Per la gioia, ma anche per motivi personali che lo stesso Matteo Andreoletti ha spiegato tra un festeggiamento e l’altro.

«Ho tante dediche da fare per questo successo – le parole dell’allenatore –. La prima va a questi giocatori che mi hanno sopportato dal 15 luglio e non è un termine a caso. So quanto sono esigente, a volte insopportabile. Ma mi hanno dato il cuore e spero di essere riuscito a trasmettere loro quanto gli voglio bene. Non so se ritroverò mai nel corso della carriera un gruppo così splendido. E il merito è del direttore sportivo, perché mi ha scelto, mi è stato vicino, dandomi l’opportunità di allenare una squadra così gloriosa. Lo ringrazierò per sempre».

Quindi le dediche private: «Alla mia famiglia, alla quale, scegliendo questo lavoro, ho deciso di rovinare tutti i weekend sapendo che soffrono al mio fianco. Per chiudere, il pensiero va a un caro amico che è mancato nelle scorse settimane, e per il quale negli ultimi giorni di vita seguire il Padova gli regalava un momento di felicità».

È qui che Andreoletti si abbandona alle lacrime, prima di ripensare al lungo percorso che l’ha portato al trionfo.

Non senza una marea di ostacoli e una serie di situazioni extra sportive che ha dovuto gestire: «E delle quali avrei fatto volentieri a meno. È stata una stagione sulle montagne russe, abbiamo disputato un girone di andata straordinario, con tanto record di punti, al termine del quale in tanti pensavano avessimo già vinto. Invece il girone di ritorno è stato più normale, il Vicenza non ha mollato e con il pareggio di Caravaggio sembrava tutto perso. Ma è stato in quel momento che i ragazzi sono stati straordinari, il modo in cui hanno reagito ha fatto la differenza. Ci hanno creduto come non mai e adesso possono festeggiare assieme a una città che se lo merita».

Sfogliando l’album dei ricordi, qual è stato il momento più emozionante dell’intera stagione? Andreoletti ne sceglie tre: «Il pareggio all’ultimo minuto a Vicenza, la vittoria al 94’ contro la Pergolettese e anche il successo di Trieste».

Il giovane tecnico bergamasco entra nel ristretto novero di allenatori capaci di vincere un campionato con il Padova al primo tentativo.

Sfatando anche il mito che sia una piazza difficile e per certi versi indomabile: «Io tutta questa negatività della quale sentivo parlare sinceramente non l’ho mai percepita. Questa è una piazza in cui si può lavorare bene. È chiaro che abbiamo vissuto una stagione anomala, perché giocare in casa senza la presenza degli ultras non è normale. Ma per assurdo abbiamo tratto ancora più forza da questa situazione, ci siamo uniti maggiormente con chi ci ha seguito in casa e in trasferta. Spero, però, che questa vittoria possa riunire finalmente tutte le componenti: società, pubblico, ultras e squadra. Perché sarebbe un peccato non vivere al cento per cento situazioni come questa».

La domanda che si pongono tutti è: Andreoletti resterà anche in Serie B? «Ho un altro anno di contratto ed è la garanzia maggiore. Poi, sotto questo aspetto, l’affetto infinito e forse anche esagerato che mi hanno dimostrato i tifosi è un qualcosa che sposta gli equilibri. Ma ci sarà tempo e modo di parlare del futuro, ora voglio solo pensare a godermi questa festa grande».

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