Baleno, la Suzuki supertecnologica

Arriva la nuova generazione. Rivoluzione dentro e fuori. Debutta il tre cilindri. Il diesel? Può attendere
Di Paolo Odinzov

BARCELLONA. Siamo andati a provarla in Spagna, sulle strade attorno a Barcellona, e le sorprese non sono certamente mancate. Perché la nuova Suzuki Baleno non ha neppure lontanamente nulla a che fare con l’omonima vettura prodotta dalla casa giapponese dal 1995 al 2007. Ma è un’automobile del tutto inedita rispetto all’antenata, persino nella impostazione della carrozzeria.

Si tratta del resto di un modello con il quale gli uomini di Hamamatsu, mirano a conquistare spazi nei gradini più alti del segmento “B”. Una fascia di mercato che in Italia vale circa 600 mila immatricolazioni l’anno e dove la Baleno dovrà vedersela fin dal debutto, previsto nella prossima primavera, con rivali di tutto rispetto e ben posizionate tipo la Renault Clio.

Proprio per questo motivo già dal sofisticato pianale modulare su cui e basata, progettato ex novo secondo i più elevati standard e dal quale nasceranno pure le future generazioni di Vitara, S-Cross e Swift, la compatta con gli occhi a mandorla punta a fare la differenza. Mostrandosi nei suoi 3,99 metri di lunghezza particolarmente generosa negli spazi e proponendo tra l’altro un bagagliaio extra large della capacità di 355 litri, inferiore di poco per volume a quello della Volkswagen Golf.

Molto curata su questa automobile, che dal primo dicembre potrà essere ordinata on line in un’esclusiva e super accessoriata edizione Web S al prezzo di 15.900 euro, è inoltre la meccanica. Costruita a tamburo battente nella fabbrica della Suzuki in India, dalla quale ne usciranno destinate all’Europa 35 mila unità all’anno di cui 3.000 per l’Italia, fin dal lancio la Baleno potrà infatti contare su diversi propulsori. Compreso un brillante tre cilindri a benzina sovralimentato di 1.0 litri per 111 Cv, con un cambio manuale a cinque marce, e perfino una unità Smart Hybrid: capace di emissioni limitate fino 93 g/km di anidride carbonica e in grado di colmare bene la mancanza di un diesel disponibile solo nel Paese d’origine.

Prevista anche in alcune varianti con una trasmissione automatica, la nipponica vanta poi tra i punti di forza numerosi equipaggiamenti da categoria superiore. Primi fra tutti i fari alla Xeno con delle sezioni Led integrate, di serie già sulla versione entry level, oppure un sistema di infotainment con schermo touch screen da sette pollici che integra la funzione di retrocamera e dispone delle interfacce Apple CarPlay e MirrorLink per la connessione con tablet e smartphone.

Negli allestimenti più costosi, infine, è equipaggiata anche con un radar anticollisione (interurban city brake) e con un controllo automatico della velocità (Acc) che sono dei sistemi decisamente rari da trovare a bordo di un’auto della sua classe.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova