"Balla che ti passa": il ciclone Zumba travolge anche Padova

PADOVA. Sta portando nuovi clienti nelle palestre di tutto il mondo; ha un pubblico quasi esclusivamente femminile; fa divertire e non sentire la fatica e si fa a tempo di musica caraibica. Stiamo parlando della Zumba.
Ovvero, ciò che la ginnastica aerobica è stata negli anni Ottanta, così è ora la Zumba per il terzo millennio. Il principio è lo stesso: fitness di gruppo, molto movimento, tormentoni musicali. Nata a Miami negli anni ’90, creata quasi per caso dal personal trainer colombiano Alberto "Beto" Perez, la Zumba si è diffusa ovunque nel mondo e, finalmente, qualche anno fa, è arrivata anche in Italia. Era il 2009 e il successo è stato immediato ed è cresciuto costantemente, tanto che ora non c'è palestra che non la proponga insieme al classico step o allo yoga.
Il 2012 è stato l’anno della consacrazione in Italia e anche a Padova. «È come un party, una festa. La musica che usiamo è molto coinvolgente e fa dimenticare la fatica. Inoltre è molto facile, così tutti la possono praticare e imparare le coreografie. E questo aumenta l'autostima di chi la pratica». Questo il pensiero di Roberto Ruggieri, 46 anni, istruttore e maestro di ballo nella palestra Oasi 2000 di via Pioveghetto a Padova. «La musica è il primo strumento di coinvolgimento», racconta Giovanna Tedesco, 29 anni, istruttrice nella palestra Fitness Formula di Galleria San Carlo all'Arcella, «Io cerco di mescolare balli caraibici come la salsa, il merengue, la bachata, con altri come il charleston, il country, il tango. Il resto viene da sé perché la Zumba è davvero semplice: in una mia lezione propongo fino a 15/16 coreografie. Si arriva a consumare circa 900 calorie all'ora. E più si è meglio è, come a una festa».
Un vero fenomeno questa Zumba, tanto che anche nella nostra provincia si organizzano "flash mob" a tema: l'ultimo a Carmignano sul Brenta, qualche settimana fa. «Nella palestra dove insegno abbiamo avuto persino una lista d'attesa per le lezioni di Zumba, fino a qualche settimana fa» dice Elisabetta Benedetti, 46 anni, insegnante di educazione fisica, e istruttrice di fitness nel centro sportivo Plebiscito 2001 di via Geremia. «Il pubblico è composto per la maggior parte da donne, di tutte le età, e spesso sono volti nuovi, mai visti agli altri corsi. Da noi poi, ogni terza domenica del mese, c'e anche l'Aquazumba: musica e coreografie sono simili, solo sono fatte in acqua».
Di musiche caraibiche se ne intende bene l'istruttore brasiliano Marco Antonio Vieira, noto come Marquinho, ballerino dal 1992, che lavora nella palestra Forum di via Savelli. «La Zumba è un modo spensierato di fare aerobica. È perfetta per chi in palestra non vuole fare pesistica e per chi non ama l'aerobica. È un'attività senza impegno, che garantisce però ottimi risultati in termini di benessere fisico e allenamento». Se si dà un'occhiata all’unico sito di riferimento della Zumba (www.zumba.com) si capisce subito come il fitness è sì il motore principale di questo fenomeno, ma che alle spalle c'è un concetto molto chiaro di business. Il marchio è registrato e protetto da copyright e per diventare istruttori bisogna frequentare una formazione a pagamento di una sola giornata (per il I livello). Poi, per mantenere il brevetto, è necessario pagare una quota mensile, che garantisce anche l'invio all'istruttore di materiale aggiornato come dvd con le coreografie più recenti.
Tutto ciò ha generato un'offerta di istruttori molto abbondante, l’elenco che compare nel sito è infatti molto lungo. Ma alla fine è il cliente che sceglie, e lo fa con cognizione di causa.
«Ogni insegnante ha il suo stile. Io non sono una ballerina, anzi, ma con la mia istruttrice ho scoperto la danza, mi diverto un casino e sudo tantissimo», racconta l'odontotecnica 25enne Anna Jembei, che la Zumba la pratica da un anno. Fitness all’insegna del divertimento, dunque. Un fitness che comunque suona bene anche con il business.
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