Nessuna deroga per l’Euganeo, l’amarezza di Giordani: «Sarebbe stato bello»

Il sindaco polemizza con il questore: «Volevo aiutarlo a concedere duemila posti in più. Padova merita un salto di qualità». Rabbia ultras: «Indignati di fronte a tanti personalismi e alle ripicche»

Stefano Edel
Da sinistra l’assessore allo sport Bonavina, il sindaco Sergio Giordani e Fabio Cremonese (foto Piran)
Da sinistra l’assessore allo sport Bonavina, il sindaco Sergio Giordani e Fabio Cremonese (foto Piran)

«Chi non salta vicentino è, chi non salta vicentino è».

I 5.500 dell'Euganeo accarezzano per pochi minuti l'illusione della Serie B, saltando ebbri di gioia, poi le notizie che arrivano dal Menti di Vicenza, con il gol del pareggio annullato alla Triestina per fuorigioco, smorzano gli entusiasmi.

Ci sono ancora 90' di passione – del resto siamo nella Settimana Santa – prima di stappare lo spumante e una trasferta, in Val Trompia, densa di aspettative per un sogno che deve diventare realtà.

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Andreoletti a fine gara ha parlato ai suoi giocatori messi tutti in cerchio (foto Piran)

Non si festeggia nello stadio di casa, a conferma di una tradizione che vuole il Padova celebrare i suoi trionfi in trasferta – a Cremona nel 1994, a Bolzano nel 2001, a Busto Arsizio nel 2009, a Trieste nel 2010, a Legnago nel 2015 e in... divano nel 2018, con la Reggiana battuta dall'Albinoleffe nel posticipo – e tutto è rimandato di sette giorni, al 25 aprile, Festa della Liberazione. Chissà che sia anche la data in cui ci si libererà definitivamente dall'incubo della Serie C.

Sarebbe tutto bello, anzi bellissimo se non fosse per i “veleni” e le polemiche che hanno contraddistinto la marcia di avvicinamento al derby con i chioggiotti, e che ammorbano l'aria pure nella serata più attesa.

Il sindaco e il questore

In tribuna autorità, insieme all'assessore Antonio Bressa, c'è il sindaco Sergio Giordani, ex presidente e primo tifoso del Biancoscudo. Ha qualcosa da puntualizzare dopo la decisione di non concedere la deroga per un aumento della capienza, e lo fa durante l'intervallo, intervenendo su Telechiara.

«C'è una commissione spettacoli che stabilisce i termini di sicurezza per ogni evento, sicurezza di cui è responsabile il questore», chiarisce.

«Ebbene, con il mio comunicato intendevo alleviare la responsabilità del dott. Marco Odorisio sulla capienza dello stadio. Immaginavo che il giorno dopo quella nota, magari un po' più rilassato, concedesse i 2000 posti in più richiesti. Non è stato così, e questo rientra nelle sue facoltà, competendogli la sicurezza. Dispiace però perché sarebbe stato un bel vedere, con una presenza maggiore di spettatori».

«Fa parte del mio ruolo di sindaco difendere la città, lavoro per essa, per i tifosi, per il Calcio Padova e anche per la sicurezza. Non sto certo cercando scuse o giustificazioni, voglio far sì che Padova sia serena e sicura e che anche calcisticamente compia il salto di qualità che merita. E sia chiaro che non intendo scaricare le responsabilità su nessuno. L'importante è che la squadra finisca bene questa partita (si era all’intervallo sull'1-0, ndr) e che raggiunga l'obiettivo auspicato».

Ultras durissimi

Nella scia delle discussioni create dalla mancata deroga si è inserita anche la presa di posizione degli ultras, usciti in giornata con una nota sui loro canali social. «Come tutti i padovani», scrivono, «siamo indignati di fronte allo spettacolo imbarazzante al quale stiamo assistendo in questi giorni sull'Euganeo. Spettacolo non dovuto certamente a ragioni di ordine pubblico, bensì a singoli personalismi e ripicche, con comportamenti e atteggiamenti spiacevolmente contrari alle esigenze di equità o di imparzialità verso la nostra comunità, denigrata dalle stesse istituzioni».

«In questo marasma, noi diciamo: Forza ragazzi! Forza mister! Noi siamo con voi fin dal primo allenamento in ritiro e lo saremo anche in caso di playoff».

E da oggi si programma la trasferta di Lumezzane. Sarà Padova-invasion.

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