Citroen lancia Ami la minicar elettrica punta tutto sul prezzo

Omar Abu Eideh Milano
Chissà che la Citroen Ami non possa diventare il prossimo “fashion cult” della mobilità urbana. Le carte in regola sembra averle tutte, a cominciare dalle dimensioni ultracompatte: è lunga 2,41 metri, larga 1,39 e alta 1,52. La forma cubica, poi, la rende sbarazzina fuori e relativamente spaziosa dentro, dove può accogliere due passeggeri. Altri assi nella manica della Ami sono il motore 100% elettrico, che le apre le porte di ztl e il cuore degli ambientalisti, e un prezzo allettante: con ecobonus statale, il listino parte da 5.430 euro (sarà nelle concessionarie da metà novembre, prime consegne a gennaio).
La Ami «è un esercizio tecnico che punta a fornire una possibile risposta alla necessità di spostarsi nei centri urbani in maniera sostenibile. È un prodotto a zero emissioni dal prezzo addirittura “non automobilistico”, ma con alcuni punti di forza tipici di un’automobile», spiega Gaetano Thorel, numero uno di PSA in Italia, il gruppo transalpino che raggruppa Citroen, DS, Opel e Peugeot. Anche se classificata come quadriciclo, infatti, la Ami vanta «tecnologia, sicurezza e comfort difficili da trovare altrove a questo prezzo. E si rivolge tanto ai giovani, che la possono guidare già a 14 anni col patentino Am, quanto a un pubblico più maturo, che magari vuole proteggersi dal freddo – la Ami ha un impianto di riscaldamento – e dalla pioggia dei mesi più rigidi». Qualità che la rendono un potenziale spauracchio dei quadricicli con motore termico di 50 cc. Il suo design fa della simmetria un punto di forza: anteriore e posteriore sono uguali, così come le portiere (quella del passeggero si apre controvento), in modo da limitare al massimo i costi di produzione.
L’individualità, però, è salvaguardata dalle sette versioni disponibili e dai quattro kit di personalizzazione. Le plastiche interne sono rigide, ma l’insieme appare abbastanza solido. Ottima l’accessibilità a bordo e discreto lo spazio interno per le spalle, grazie al sedile del passeggero leggermente arretrato rispetto a quello del driver. L’abitacolo, peraltro, è molto arioso per via delle generose superfici vetrate e del tetto panoramico, di serie. La nicchia ricavata ai piedi del passeggero permette di riporre un trolley ed è presente un’altra zona d’alloggiamento nella parte posteriore. La dotazione si può arricchire con un altoparlante Bluetooth removibile, posto dinanzi la strumentazione digitale e collegabile allo smartphone, che ha un punto di fissaggio a centro plancia e fa da radio e gps.
L’erogazione del motore da 6 kW di potenza è pronta e piacevole: l’unità motrice consente di viaggiare a una velocità massima 45 km/h ed è alimentata da una batteria a litio da 5, 5 kWh (garantita 8 anni), situata sotto al pianale e ricaricabile in tre ore tramite una presa di corrente standard da 220V. L’autonomia? Circa 75 km, più che sufficienti per coprire le tratte urbane. Alla guida si apprezza il buon confort di marcia, specie quello acustico, ma lo sterzo appare troppo demoltiplicato e costringe mani e braccia a fare gli straordinari per svoltare.
Per il momento la Ami resterà un’esclusiva del marchio del Double Chevron, che non avrà “gemelle” nella gamma dei marchi di Psa: «Ogni brand del nostro gruppo ha il suo genoma e una vettura di questo genere, con queste caratteristiche innovative, può nascere solo con marchio Citroen, al cui dna attinge a piene mani», dice Thorel: «Anche perché quello dei quadricicli urbani non è un mercato così grande» da richiedere altri modelli come la Ami fatti da Peugeot od Opel. Il guanto di sfida agli scooter e alle rumorose minicar è lanciato. —
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