Cittadella, ecco il varietà «La casa de Manuel» Iori e Pascali tutte le sere in diretta Instagram

Bisogna restare tutti a casa. E allora cosa si sono inventati Manuel Iori, capitano del Cittadella, e Manuel Pascali, colonna dei primi due anni della gestione Venturato? Uno show fatto in proprio.
Un modo, come hanno spiegato in diretta, «di farci e fare un po’ di compagnia alle persone che ci seguono con una diretta al giorno, o quasi». Grandi amici dentro e fuori dal campo, i due vanno in scena ogni sera dalle 20.30 alle 21, sui canali Instagram. E siccome non fanno le cose tanto per fare, è spuntata pure una locandina che motteggia la celebre serie spagnola “La casa di carta”, trasmessa da Netflix, diventata “La casa de Manuel”, con Iori nella parte di quello che nella serie è “Il professore” e Paska che si fa chiamare “Edimburgo”, avendo giocato in Scozia (mentre oggi è tesserato per il Fanfulla, in Serie D).
Il primo trasmette da Cittadella, il secondo da San Donato Milanese, non molto lontano da Codogno. Ma cosa fanno i due? Mezz’ora d’improvvisazione nella prima puntata di giovedì 12 marzo, vista da una media di 2.500 persone. Per poi lasciar spazio a una sceneggiatura più definita in quelle che sono venute dopo, con collegamenti con altri giocatori e il via libera a un flusso continuo di aneddoti, mentre ogni tanto figli e mogli fanno capolino.
Prendete l’altra sera. Parte Iori a raccontare di come nacque il refrain del “Venturato superdotato”.
«Eravamo in ritiro e avevamo fatto una gita in baita dopo 5 o 6 giorni assieme, senza conoscerci. Enrico Alfonso all’improvviso prese il microfono e lanciò il coro. Da lì ho capito che personaggio ci eravamo portati in casa». Il passaggio successivo è che Iori esca un attimo (Istagram consente due collegamenti per volta) e che venga interpellato proprio Alfonso. Pascali lo prende subito in giro, ricordando che quest’anno è stato uno dei pochi portieri imbattuti allo Juventus Stadium (dove è rimasto in campo col suo Brescia per una decina di minuti, prima di uscire infortunato) e poi gli chiede di ricordare quando ricevette il “Premio ignoranza” a “Quelli che il calcio” per un altro coro, il goliardico “noi vogliamo la f..a a volontà” intonato assieme ai tifosi nell’anno della promozione dalla C alla B.
«Avendo passato i trent’anni non è che possa esserne tanto fiero», ride Alfonso, collegato con dei buffi occhiali. E poi via con i racconti degli scherzi. Il petardo fatto scoppiare sotto al lettino dei massaggi di Arrighini, la pipì fatta dal portiere nella brocca della birra durante una vacanza tra compagni a Ibiza, «o quella volta che feci piangere Pippo Lora e sua moglie nel giorno del loro matrimonio, perché avevo messo un annuncio su Subito.it in cui vendevamo il loro cane. E Pippo credeva che lo avessimo ceduto sul serio».
E via così, fino al prossimo collegamento. Perché il momento è difficile. E allora meglio provare a inventarsi qualcosa per ritrovare il sorriso. —
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