Da Pescara a Livorno “ciao Moro” è di tutti

Oggi l’autopsia. La fidanzata: «Sorrideva... Era bellissimo»

PESCARA. Si terrà probabilmente oggi l’autopsia sul corpo di Piermario Morosini, il centrocampista 25enne del Livorno morto sabato allo stadio Adriatico alla mezz’ora del primo tempo della partita di serie B Pescara-Livorno. Lo ha disposto il pm Valentina D’Agostino, chiarendo che si vogliono chiudere al più presto tutte le formalità «per poter riconsegnare la salma ai familiari e permettere il funerale». L’esame autoptico sarà effettuato dal dottor Cristian D’Ovidio. Saranno le cose che il Pm vuole sapere sulla morte di Morosini a chiarire l’eventuale, successiva strategia. Per esempio, accertare se esistano gli estremi di un eventuale reato da iscrivere sul fascicolo e gli ipotetici indagati, che per ora non ci sono. La prima ipotesi di reato sarebbe per omicidio colposo. Il nodo che si vuole sciogliere è quello relativo ai soccorsi e alla polemica sull’auto dei vigili che ha bloccato per qualche minuto l’ambulanza fuori dal campo di gioco. La D’Agostino vuole sapere se il piccolo ritardo è stato fatale a Morosini o se i soccorsi in campo sarebbero stati sufficienti a salvarlo. Da sciogliere c’è anche il nodo dei periti presenti all’autopsia, specie quelli di parte familiare, cosa che verrà chiarita stamane in Procura. Se i parenti di Morosini, ossia il cugino presente, dovessero chiedere la presenza del perito di parte, allora i tempi dell’autopsia slitterebbero di qualche giorno. Ma nel caso di una successiva iscrizione di qualcuno nel registro degli indagati in relazione ai risultati dell’esame che indicherebbero delle responsabilità nella morte di Morosini, e in assenza del perito dell’indagato, l’esame sarebbe non utilizzabile in dibattimento, a meno che il magistrato non chieda già da oggi il prelievo di alcuni elementi autoptici per la successiva controanalisi necessaria per l’udienza probatoria.

Funerali a Bergamo. Questi elementi tecnici non hanno comunque distolto l’entourage del giocatore dal volere i funerali il prima possibile: il suo procuratore, Ernesto Randazzo, a cui è spettato l’amaro compito di affrontare i cronisti fuori dall’obitorio, ha detto che Morosini era un «giovane uomo che aveva sofferto e che chiedeva sempre a bassa voce se poteva avere un attimo di felicità, ma è evidente che ieri (sabato) la risposta è stata no. Ora vogliamo solo fare il funerale, mercoledì o giovedì a Bergamo».

Anna: era bellissimo. Anna Vavassori dev’essere un tipo tosto. Anche lei come gli altri, i compagni e i dirigenti del Livorno, i giocatori del Pescara, e qualche giornalista, non ha chiuso occhio per tutta la notte. La fidanzata di Piermario è arrivata all’obitorio di Pescara al mattino presto, poi l’hanno raggiunta le compagne della sua squadra di pallavolo, di Brembate, serie C, in lotta per salire in B2, dopo aver viaggiato tutta la notte. Da Bergamo sono scese con don Luciano, parroco di Monterosso, scosso, brusco e con gli occhi lucidi. È entrata a vedere il suo Mario, con la madre e il cugino di Morosini. Quando è uscita dalla stanza mortuaria, è scoppiata in lacrime. «Sembrava sorridesse... Era bellissimo», le sue uniche parole tra i singhiozzi irrefrenabili. Non erano sposati, eppure sono bastate due parole per capire che voragine si è aperta in quella piccola anima e chissà se il tempo la rimarginerà.

La processione. In mattinata fuori dall’obitorio c’è stata una vera processione, sono arrivati ex colleghi da Roma come Frattali, con cui Piermario era andato a Barcellona a veder giocare Messi, poi altri amici da Bergamo, poi tanti tifosi del Pescara. Su facebook il difensore della Fiorentina Lorenzo De Silvestri ha messo una foto di Piermario assieme ad Anna all’isola d’Elba. «Nessuna parola può descrivere il dolore di questo momento», ha scritto il giocatore viola. Fuori, sulle cancellate dell’obitorio, fiori e biglietti lasciati da anonimi tifosi del Pescara, del calcio e basta.

Il pianto di Livorno. Sabato prossimo tutti allo stadio con la maglia 25. Così i tifosi del Livorno pensano di ricordare Morosini nella gara contro il Cittadella, in programma il 21 all’Armando Picchi. L’idea è stata lanciata in occasione del continuo pellegrinaggio in corso davanti all’impianto toscano. «Un momento duro e difficile anche perchè era un ragazzo sempre con il sorriso, che veniva al campo sempre con la voglia di scherzare sebbene nella sua vita avesse avuto problemi familiari». Così Simone Barone, centrocampista della squadra di patron Spinelli ed ex giocatore del Padova, arrivato con i compagni con un cuscino amaranto da deporre davanti ai cancelli, ha ricordato il compagno morto sottolineando il grande affetto del mondo del calcio e dei tifosi, «dimostratoci fin da sabato a Pescara». E ha aggiunto: «Mario è sempre qui con noi.Lo vogliamo ricordare così». «Abbiamo perso un ragazzo eccezionale. Tutta la squadra sta pensando a lui alla sua ragazza, alla famiglia: per loro noi ci saremo sempre», ha concluso Barone.

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