Dopo più di vent’anni ritorna il Drink Team

PADOVA. L’estate del 1992 consacrò il Dream Team di Michael Jordan, Magic Johnson e Larry Bird alle Olimpiadi di Barcellona, ma segnò anche la nascita di una squadra rimasta nei cuori degli appassionati di basket padovano. Dopo il successo della Nazionale a stelle strisce ai giochi olimpici, però, anche Padova celebrò il suo Dream Team. Anzi, il Drink Team. Questo il nome affibbiato simpaticamente alla Slc Rinaldi Pierobon di Toni Paperini, che al culmine della stagione 1992-1993 salì alla ribalta dell’allora B/2, diventando la terza squadra patavina a raggiungere la categoria. «Il nome attribuito alla Pierobon», rammenta coach Paperini, «faceva il verso al Dream Team statunitense. Ci chiamavamo così perché ogni occasione era buona per farsi delle scolate di birra, esagerando però più nelle parole che nei fatti. È stata un’esperienza per certi aspetti irripetibile, come avvenuto per i “mostri” americani a Barcellona». A fare da collante al gruppo erano le vignette disegnate sulle salviette della pizzeria da uno dei ragazzi della Pierobon, Massimo “Mamo” Sartori, oggi impiegato in una ditta di telefonia, che sta peraltro organizzando anche un ritrovo di ex Pierobon. Da quell’idea, Sartori partorì lo spiritoso giornalino del Drink Team, El Gallinero-La voce dei Ghiandoni. «Con El Gallinero», rivela “Mamo”, «avevamo indetto un concorso a punti “Il Ghiandone”, dove premiavamo tutte le stupidaggini fatte o dette durante la settimana con tanto di classifica e motivazioni». Scherzi a parte, la Rinaldi vantava un roster di tutto rispetto: Alfonso Stefanelli, Stefano “Merlo” Merlini (capitano), Mario Zorzenon, Giovanni Carli, Enrico Miolo, Matteo Ramigni, Alessandro De Marco, Sandro Pilatone, “Jimbo” Andrea Calabrese, Alessandro “O Rey do triple” Tosato, Massimo Rossi e “Mamo” Sartori, figlio di Enzo, ex portiere della Lanerossi Vicenza. In panchina, accanto a Paperini, sedeva il vice Piero Barbuiani. «Il finale di campionato», chiude Paperini, «fu drammatico. Arrivammo secondi dietro a Solesino dopo una volata con Monfalcone. Festeggiammo la promozione con Ferdinando Mozzo, Vittorio Boraso, Pierina Gomiero e il professor Cerruti, dirigenti sobri e competenti, che indovinarono la campagna acquisti, generando un’alchimia unica».
Mattia Rossetto
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