Forza e Tattoo, il campione di "braccio di ferro" abita a Montegrotto

MONTEGROTTO. Dalle scarpe da ballo al braccio di ferro il passo può essere breve. Lo sa bene Frenzis Gastaldello (il particolare nome di battesimo lo deve un’amica di sua mamma), 40 anni, che nella vita di tutti i giorni vende calzature per la danza nel suo negozio di Montegrotto Terme, ma poi la sera si dedica ad uno sport molto particolare: il braccio di ferro, nota nel mondo come “arm wrestling”. Domenica scorsa, ai campionati italiani che si sono svolti a Monsano (Ancona) indetti dalla Sbfi (Sezione braccio di ferro Italia), la federazione di riferimento, Frenzis, stendendo tutti i suoi avversari con le sue possenti braccia tatuate, è diventato campione italiano nella categoria Master 90 kg con il braccio destro (con il sinistro è arrivato secondo).
«Sono sempre stato portato fisicamente per questo sport, che ho cominciato a praticare nel 2009 dopo aver preso informazioni via internet. Ora mi alleno tutti i giovedì a Mestre, con un gruppo di appassionati come me che si chiamano “Venice Lions”, i Leoni di Venezia. A settembre ho anche partecipato ai mondiali in Polonia, ma non ero in forma e mi sono classificato solo al nono posto nella mia categoria». Risultati comunque importanti per questo gigante, che tutte le settimane si dedica a rafforzare con pesi e attrezzi le braccia e, in particolare, il polso, il gomito e la mano, zone strategiche per poter praticare uno sport duro come il braccio di ferro. Disciplina che qui in Veneto conta circa 30 praticanti, dei 400 sparsi in tutta Italia.
«È uno sport di passione e chi lo pratica si deve autogestire, anche nell’acquisto del tavolo regolamentare (costa circa 700 euro), fondamentale per potersi allenare. Poi ci si prepara con i pesi, isolando i muscoli che servono allo scopo. Dote basilare? Avere le mani grandi e forti è sicuramente un vantaggio», spiega Davide Bertoli, veronese, referente per il Veneto della Federazione. Gli atleti, divisi in categorie in base all’età e al peso (dai 50 ai 110, e oltre, chilogrammi), possono gareggiare in competizioni specifiche: braccio destro, braccio sinistro oppure in entrambe. Non mancano le atlete donne, che in Italia sono circa una quarantina. «In gara la mano deve essere libera, niente anelli o braccialetti, e il gomito deve poggiare sull’apposito cuscino, da cui non si può alzare», conclude Bertoli.
Un movimento di potenza esplosiva iniziale, e la competizione ha inizio, seguita da vicino da due arbitri: uno, il principale, dà inizio alla gara al grido di “ready to go!”; poi, insieme a un altro, controlla che non ci siano irregolarità e che le tecniche utilizzate (il gancio, la toproll, il ponte, per citarne alcune) vengano applicate correttamente. «Ora mi preparo per il Supermatch 2014, una gara internazionale molto importante che si terrà fra gennaio e febbraio nella zona del Garda e che vedrà partecipare atleti di grande livello», continua Gastaldello. «Di questa disciplina apprezzo soprattutto la grande sportività che c’è fra gli atleti. Si ha grande rispetto per il rivale nonostante durante le gare si esprima anche rabbia. E alla fine non manca mai la stretta di mano». E che stretta di mano...
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