Gondrand non si arrende «L’uomo in più? Baldini»

L’OPINIONE
Gondrand. Ancora oggi, in tanti lo ricordando col soprannome che gli aveva affibbiato Gianni Brera, alludendo ai grandi camion gialli di una ditta di traslochi che facevano su e giù lungo le strade del Belpaese. D’altra parte Giancarlo Pasinato quel soprannome se lo meritava tutto, non per niente le sue sgroppate in fascia sono state fra i segreti dello scudetto ’79-’80 vinto con la maglia dell’Inter, oltre che delle tre promozioni in Serie A conquistate con Ascoli (due volte) e Milan. «Eh, adesso che ci penso è stato un anno magico per tutte le squadre a cui sono più legato, con il titolo vinto dai nerazzurri, la qualificazione in Champions dei rossoneri e la salvezza per l’Ascoli. Manca solo il Citta per completare l’opera», sorride lui, senza dubbio il più importante calciatore nato all’ombra delle mura, oltre ad aver indossato la maglia granata in 105 partite ufficiali.
«Lo 0-1 dell’andata fa sì che il Venezia sia favorito, diciamo che ha un 70% di probabilità di farcela. Però nel calcio, e nello sport in generale, non c’è mai nulla di scontato», spiega Pasinato, che oggi segue come allenatore gli Esordienti del Campo San Martino. «Dipende anche da che Cittadella sarà. Se vedremo la squadra contratta scesa in campo al Tombolato, sarà davvero difficile ribaltarla. Se riuscirà a non farsi imprigionare dalla tensione, invece, potrà farcela. Credo che partirà subito all’attacco, cercando di sbloccarla. E, se ci riuscirà, il Venezia non potrà certo stare tranquillo».
È stata la tensione quindi, la chiave della finale d’andata? «Secondo me sì, perché con Brescia e Monza non c’era niente da perdere, mentre con gli uomini di Zanetti si partiva alla pari. Chiaro che non è l’unico fattore da considerare. Il Venezia l’ha preparata bene e forse ha qualcosa in più dal punto di vista tecnico, e non solo per la presenza di Forte e Aramu, ma anche per la panchina, e penso a un giovane che mi piace molto come Esposito. Ma, se guardate, nel secondo tempo ha tirato in porta una sola volta e con un pizzico di fortuna poteva anche arrivare il pari».
Chi può essere l’uomo della svolta per i granata? «Il Cittadella gioca un calcio diverso da quello della maggior parte delle altre squadre, qui tutti sono coinvolti. Se devo indicare un nome dico però Baldini, che, al di là dei tre gol al Monza, è sempre stato fra i migliori in questi playoff. M’immagino un Citta più offensivo rispetto a quello dell’andata, con in campo subito anche Beretta o D’Urso, oltre a lui e Tsadjout». —
D.Z.
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