I Diavoli rossi in testa al ranking della Fifa

Questi fanno sul serio. Un Belgio mai visto prima, primo nel ranking Fifa, bello da vedere e decisamente pericoloso in ottica Europeo. Vincente? Non è da escludere. I diavoli rossi hanno fatto...
Di Andrea Gabbi
epa05066630 A composite picture of the teams of the UEFA EURO 2016 Group E after the final draw of the preliminary round groups held in Paris, France, 12 December 2015: Belgium (up L), Italy (up R), Ireland (bottom L), and Sweden (bottom R). EPA/DESK
epa05066630 A composite picture of the teams of the UEFA EURO 2016 Group E after the final draw of the preliminary round groups held in Paris, France, 12 December 2015: Belgium (up L), Italy (up R), Ireland (bottom L), and Sweden (bottom R). EPA/DESK

Questi fanno sul serio. Un Belgio mai visto prima, primo nel ranking Fifa, bello da vedere e decisamente pericoloso in ottica Europeo. Vincente? Non è da escludere. I diavoli rossi hanno fatto esperienza in Brasile e ora hanno un paio di anni in più nel cassetto della maturità per provare a far saltare il banco. A guidare la squadra ci sarà Marc Wilmots, tecnico 46enne che si è fatto le ossa in Bundesliga con lo Shalke 04 e poi ha deciso di sposare la causa della sua Nazionale, facendo crescere anno dopo anno un gruppetto di ragazzi veramente terribili e preparati.

Punti di forza. L’idea tattica è stata tracciata già da un paio di stagioni, con un 4-3-3 a trazione anteriore basato sulle direttive introdotte da Pep Guardiola nel Barcellona che fu. In porta Thibaut Courtois del Chelsea, l’erede designato nel gotha del calcio continentale di sua maestà Gigi Buffon. Tanta fisicità in difesa con un capitano d’eccezione che risponde al nome di Vincent Kompany, leader nel Manchester City e autentico punto di riferimento per il gruppo di Wilmots. Al suo fianco Nicolas Lambaerts che con i suoi 30 anni è tra i più esperti dell’intera rosa. La fase di costruzione del gioco è quella che però fa più impressione e che di fatto costringe gli addetti ai lavori a tener conto del Belgio in ottica vittoria finale. La lista dei fuoriclasse è quasi infinita: si va da Radja Nainggolan della Roma fino a Marounane Fellaini dello United, passando per Kevin De Bruyne e Moussa Dembelè, senza dimenticare un certo Axel Witsel (sogno proibito del mercato del Milan). Gente dai piedi buoni e soprattutto affamata di successi. Ne ha avuto la prova l’Italia di Antonio Conte che nell’amichevole pre europeo giocata a inizio novembre si è dovuta arrendere di fronte al palleggio millimetrico dei mediani belgi.

Punti deboli. Davanti le bocche da fuoco non mancano. Eden Hazard è sicuramente il giocatore che nonostante la giovane età ha un’esperienza internazionale più imponente. Dries Mertens (del Napoli) nel ruolo di mina vagante può dare noie a chiunque ma ha dimostrato di non avere continuità. E poi Christian Benteke del Liverpool, uomo d’area di rigore capace di giocare anche spalle alla porta. Analizzando l’attacco del Belgio sembra mancare un vero e proprio ariete, il classico uomo di peso in grado di sbrogliare anche le gare complicate. Il fatto è che questa squadra non ha bisogno di un elemento del genere. Il palleggio e la freschezza della manovra bastano e avanzano per far male, malissimo. Il limite è rappresentato dalle difficoltà psicologiche che periodicamente hanno limitato questo gruppo. Basti pensare al Mondiale brasiliano, dove dopo un grande avvio la squadra si è arresa senza quasi lottare con l’Argentina. Se Wilmots saprà tenere sulla corda tutti dall’inizio alla fine si potrà sognare in grande.

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