IL CAMPIONE SI CONFESSA»LUCA DOTTO

TOMBOLO. Un lavoro da intelligence: per virare su Luca Dotto, padovano vicecampione del mondo di nuoto, c’è stato bisogno di un fine lavoro di squadra. In stretta collaborazione con madame Fortuna e...
Di Cristina Chinello

TOMBOLO. Un lavoro da intelligence: per virare su Luca Dotto, padovano vicecampione del mondo di nuoto, c’è stato bisogno di un fine lavoro di squadra. In stretta collaborazione con madame Fortuna e i genitori di Luca, papà Fabrizio e mamma Guglielmina, dopo giorni di tentativi telefonici andati a vuoto, finalmente il trofeo: «Ciao, sì, tutto bene», rassicura lui, con la voce sorridente di sempre. Per fortuna ha deciso di trascorrere un fine settimana a casa, coccolato dai suoi, in compagnia degli amici, adorato dai vicini.

«Sono tornato a casa qualche giorno per rilassarmi un po’, sono state settimane molto pesanti».

È la prima intervista che Luca rilascia da mesi, da quando cioè è entrato in un silenzio-stampa quasi totale.

«C’erano molte persone che mi cercavano per chiedermi cosa fosse successo, perché, come va, come ti senti. Mi fa molto piacere che ci sia tutto questo interesse da parte della stampa, ma ad un certo punto ho sentito la necessità di isolarmi e di concentrarmi solo sul mio recupero».

Troppo frastuono, troppi stimoli esterni, insomma, per un atleta che avrà anche un argento mondiale al collo, ma resta il Luca Dotto di sempre.

«Adesso ha in mente solo Londra», lo giustifica papà Fabrizio, « tutta la sua concentrazione è finalizzata ad affrontare al meglio le Olimpiadi. Ha rifiutato anche dei lavori, pur di allenarsi al meglio».

Già, ma come va adesso?

«Sto dando il massimo, e per questo mi sto concentrando esclusivamente sulla preparazione, devo recuperare il tempo perso a causa dell’infortunio alla schiena. Sembra tutto rientrato alla normalità, e speriamo che per quest’anno il mio periodo di sfighe sia finito».

Come scriveva nel suo blog a fine aprile, prima di “isolarsi” dal mondo, ha avuto «una grossa infiammazione alla schiena, di preciso al gran dorsale nella zona sotto la scapola, il dolore è fortissimo soprattutto quando ho il fiatone, sembra che ogni due secondi qualcuno mi pugnali alle spalle. Per mia fortuna però qui al ritiro ho un dottore che mi riempie di punture, senza le quali non riuscirei proprio ad entrare in acqua, e un bravissimo fisioterapista che è sempe disponibile a trattarmi».

«Un recupero molto delicato», precisa Fabrizio Dotto, «perché coi medicinali bisogna andar cauti e l’unica soluzione è tanta fisioterapia e un grande lavoro di recupero».

Per testare la forma di Luca Dotto, bisognerà attendere giugno: «Il 9 e 10 sarò a Montecarlo, la settimana successiva ci sarà il Sette Colli, e a seguire il meeting di Milano. Saranno le occasioni giuste per confrontarmi in vasca».

A sensazioni come stiamo?

«Inizio a sentirmi meglio: ho passato venti giorni in cui faticavo a muovermi e in acqua praticamente non entravo. Mentalmente, è pesante: il tempo stringe, ci sono le Olimpiadi da preparare. Adesso però ho ripreso con buoni ritmi: le sensazioni sono buone, così come la nuotata. Ho iniziato ad andare bene, i presupposti per fare bene ci sono». Per centrare il suo obiettivo, ha rinunciato agli Europei, in programma fino a Debrecen, a circa 250 chilometri da Budapest.

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