Insulti razzisti a tre giocatori del Real Padova
Durante la partita del campionato Under 19 contro il San Giorgio in Bosco tre ragazzi italiani ma di origine straniera sono stati derisi. Poi il post allucinante degli avversari: «Più scimmie che umani»
Nino Ferrer (biondissimo), tra i cantanti più anticonformisti degli Anni 60, nella sua più famosa canzoni recitava: Vorrei la pelle nera, un inno contro ogni forma di razzismo. E nel 2025 purtroppo le cose non sono migliorate, anzi. Siamo qui a raccontare un sabato pomeriggio di pura follia vissuto nel campionato Under 19 provinciale tra Real Padova e San Giorgio in Bosco (1-1 per la cronaca il finale, con pareggio su rigore all'ultimo minuti degli ospiti).
Gli insulti in campo
È successo che sul terreno di via Vlacovich tre giocatori della squadra di casa sono stati oggetto di insulti razziali da parte della squadra avversaria.
Marwan, cittadino italiano di origini marocchine, Aiman (marocchino) e Mounir (della Tanzania) non ce l'hanno più fatta: un paio hanno chiesto a mister Marco Varotto di essere sostituiti, con scambi di corsia e ruolo, mentre il terzo ha resistito, ma è uscito in lacrime.
Nessuna voglia di parlare del sabato da incubo vissuto all’ombra del Santo, ma un loro telegramma dice tutto: «Arrabbiati? No, semplicemente rassegnati...», hanno confidato al tecnico.
Il tecnico
Varotto, che di professione fa l’insegnante di educazione fisica alla primaria Vanzo, è sconsolato: «Il nostro compito è soprattutto quello di insegnare i valori umani e sociali ai ragazzi. Il risultato, puramente calcistico, è l'ultimo dei nostri problemi. Educare, il nostro primo concetto. I ragazzi lo sanno. Una cosa del genere era già accaduta? In questa forma così scientifica e per tutta la gara, mai. Solamente episodi sporadici. Credo che un ragazzo non può scendere in campo con la paura di essere bersagliato così. La partita deve essere divertimento e non trasformata in un incubo».
Cosa fare? La ricetta di Varotto è semplice: «Credo che sia giunto il momento di non abbassare più la testa ma dire basta a episodi squallidi del genere. Devo anche dire che era impossibile dialogare con la panchina avversaria».
Marwan, Aiman e Mounir hanno intenzione di mollare tutto? «Per fortuna non è così, anche se il colpo dal punto di vista psicologico è stato indubbiamente pesante. Tra l'altro, sono tre ragazzi che sono perfettamente integrati e frequentano le superiori. Insomma, mi auguro di tutto cuore che quanto accaduto con il San Giorgio in Bosco non debba più verificarsi».
La società
Dalla società R.E.A.L. (acronimo di Robur, Excelsior, Audax e Lellianum) Padova, che sostiene oltre 400 atleti tra calcio e volley (maschile e femminile) solo la voglia di lasciarsi alle spalle questo episodio sconcertante. Il vice presidente Francesco Minarello snocciola con orgoglio quanto fatto dal 2002, anno della nascita della Polisportiva che raggruppa cinque parrocchie della citta: Cristo Re, Santa Rita, Santa Giustina, San Gregorio Magno e Santo Spirito.
Ben nove squadre nella sezione calcio: Terza categoria, Under 19, 17, 15, 13 (due squadre); Under 8 e 19 e Amatori (nel Centro Sportivo Italiano). Ecco il Minarello-pensiero: «Siamo esterrefatti, nel senso che non è nemmeno commentabile una cosa del genere. Va solo censurata. Di più non posso aggiungere, anche perché non c'ero ad assistere alla partita».
La frase sui social
Ma quella frase scritta sui social da un giocatore avversario il sabato sera dopo la gara è da censura pura: «Ci sono più scimmie che umani al Real Padova...».
C'è poi Ilias Afritas, 22 anni, nato a Padova, italianissimo, da genitori marocchini, nel nostro Paese dall'89.
L'universitario (studia Ingegneria Gestionale al Bo) è il vice allenatore di quella Under 19 : «Cosa posso dire? Che sono deluso dal comportamento razzista dei ragazzi: altro che guardare al futuro, qui si rischia di tornare indietro di decenni. Ormai la mentalità di certa gente adulta non si può cambiare, ma quella dei ragazzi sì, assolutamente. Ci sono passato pure io attraverso gli insulti razziali. Ma ora bisogna darci un taglio e guardare al futuro che deve essere globale». Un allenatore così giovane? «Mi era sparita la voglia tre anni fa, ma non escluso un mio ritorno in campo, sempre con il R.E.A.L. naturalmente. E se dovesse capitare al sottoscritto quanto accaduto sabato, avviso immediatamente l'arbitro, altro che storie».
San Giorgio in Bosco
Sponda San Giorgio in Bosco. Il presidente Luigi Brugnaro prende immediatamente le distanze da quella scritta scellerata: «Inammissibile, sono il primo a dirlo. Non lo sapevo, ma voglio andare a fondo in questa storia. E sono contro il razzismo: anche noi, tra l'altro, abbiamo diverso giocatori del Nord Africa e non parlo solo di prima squadra (Promozione, ndr). A me è stato riferito che dalla panchina non si percepiva nulla di quello che accadeva in campo. Comunque nelle prossime ore, ripeto, voglio andare a fondo e vederci chiaro, prima di prendere ogni decisione in merito».
Infine, Claudio Pittarello, referente della Figc di Padova. «Dispiace dell'accaduto. Purtroppo l'arbitro non è stato avvisato durante la partita, quindi non può scrivere cose che non ha visto e sentito. Però posso solo dire che apprezzo le società come il Real Padova che portano avanti politiche educative e sociali e che aiutano in ragazzi a integrarsi in modo sano e serio, aiutandoli a crescere correttamente e rispettare il prossimo». —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova