La grinta di Antonioli «Ci proveremo con tutti Il campo sarà il giudice»

Il Castelbaldo Masi è alla prima stagione in Eccellenza «Abbiamo un presidente appassionato e un tifo molto caldo» 

intervista



Il Castelbaldo Masi si appresta a vivere la prima stagione della sua storia in Eccellenza. L’asticella degli obiettivi è però sempre alta, guai a parlare “solo” di salvezza quando si tira in ballo il club del presidente Ottoboni, che anche da neopromosso vuole stupire. Per continuare a sorprendere. i biancorossi sono molto attivi sul mercato e si sono affidati alla guida di Paolo Antonioli, classe 1977, ex calciatore professionista in serie C - compresa la maglia del Padova -, con un campionato in B con il Fano e ora allenatore ambizioso e preparato.

Mister, inizia per lei una nuova avventura professionale. Perché il Castelbaldo Masi?

«Perché una società che raccoglie tanti risultati importanti come quelli che ha raggiunto il Castelbaldo negli ultimi anni è per forza una società ambiziosa, il cui obiettivo è sempre quello di provare a vincere».

Che obiettivi deve porsi il Castelbaldo Masi in Eccellenza?

«La voglia è sempre quella di far bene, poi è chiaro che è una categoria nuova per il club. L’importante per quel che mi riguarda è che ce la si giochi con tutti, a prescindere dall’avversario. Questo è ciò che desidero dalla mia squadra, per il resto non voglio far proclami. Dopodiché il campo è l’unico giudice».

Quanto conta essere stato un giocatore professionista nella nuova veste di allenatore?

«Sono due mondi diversi. La cosa fondamentale per un allenatore è calarsi nella categoria. L’Eccellenza è un’ottima serie, c’è un buon livello, ma ovviamente tra il professionismo e i dilettanti c’è differenza».

Quanto è stato importante il presidente Ottoboni nella sua scelta?

«Molto, perché è un presidente tifoso come ormai se ne vedono pochi. Lui ci mette tanta passione, è sempre vicino alla squadra, è molto presente. Fa grandi sforzi per il Castelbaldo e quindi giustamente pretende, ma mi è sembrato una persona molto schietta, diretta, con cui puoi anche avere una discussione, ma sempre alla luce del sole. Poi devo dire che è stato bello vedere il coinvolgimento della gente: il Castelbaldo Masi è l’espressione di una realtà piccola, ma molto calda. L’ho capito vedendo la finale per il titolo regionale con 300/400 persone che erano venute fin lì per sostenere la squadra. C’è grande attaccamento e questo è sicuramente un valore aggiunto».

Chiudiamo ora con il suo rapporto con Padova e la sua provincia. Una simbiosi che dura ormai da quasi vent’anni.

«Esatto. Io sono mantovano e sarò sempre legato alla mia terra, ma sono arrivato al Padova nel 2000, sono vent’anni che son qui. Sono sposato con un padovana, ho due figli nati in città. Dopo tanti anni mi sento padovano d’adozione».

Un padovano in più, pronto a togliersi nuove soddisfazioni con una tra le realtà più ambiziose della nostra provincia. —





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