L’arrivederci ai granata di capitan Iori «Ora voglio iniziare a fare l’allenatore»

A Coverciano sta per iniziare il corso per il patentino Uefa. Festa a sorpresa al Tombolato con l’omaggio dei tifosi
Diego Zilio

/ CITTADELLA

L’ultima pagina in realtà non sarà l’ultima. Perché è davvero impossibile credere che l’addio al calcio giocato di Manuel Iori sia sul serio un addio al pallone e al Cittadella. Piuttosto un arrivederci, perché, come ha più volte ribadito il presidente Andrea Gabrielli, di sicuro ci sarà sempre posto per lui nel club. Magari, prima o poi, come tecnico, perché, anche se forse è prematuro parlarne, le voci su una possibile separazione da Roberto Venturato consentono alla fantasia di galoppare liberamente e Manuel nelle prossime settimane sarà a Coverciano per il corso che dà il patentino “Uefa A”, quello che consente di poter allenare in Lega Pro e fare l’allenatore in seconda in Serie A o Serie B.

QUELLE LACRIME…

Si è commosso spesso, il capitano, negli scorsi giorni. E proprio il suo pianto al triplice fischio della finale di Venezia è una delle immagini che più resterà nel cuore dei tifosi granata. «Quel pianto era dovuto al fatto di essere arrivati lì ancora una volta, quando nessuno credeva che ci potessimo tornare. Non aver centrato l’obiettivo mi ha fatto male anche a livello personale. C’era chi mi diceva “tu sei matto”, nell’aver continuato a giocare dopo la finale di Verona. Invece siamo di nuovo arrivati a giocarci la Serie A e, anche se è mancata la ciliegina, non dobbiamo dimenticare il percorso compiuto in questi sei anni», racconta Manuel. «Io sono orgoglioso, da capitano: questo gruppo ha sempre riposto in maniera eccelsa alle difficoltà». C’è chi ha proposto di togliere la maglia numero 4 in suo onore. «È una bella idea ma onestamente non mi interessa, preferisco che qualcuno abbia la possibilità di onorare quella maglia». Adesso «il mio desiderio è quello di inseguire il sogno, ma di farlo diversamente. Nella mia testa c’è l’idea di allenare. È chiaro che dovrò iniziare un mio percorso, ma è quello che il cammino che voglio fare».

LA FESTA

Mercoledì a Cittadella è stata organizzata una festa a sorpresa per il suo addio al calcio giocato, organizzata dalla moglie, con l’aiuto dell’amico di sempre Manuel Pascali. Iori è stato accompagnato con una scusa al Tombolato, dove lo hanno accolto tanti compagni di oggi e di ieri, fra cui Diaw, Schenetti, Settembrini, Finotto, Pasa, Scaglia, Donazzan, Germinale e Misuraca, ma anche Musso, Gorini e Pierobon. Il pomeriggio si è chiuso con un’amichevole a cui ha partecipato anche suo figlio Gabriele, che ha pure segnato un gol. Era presente pure la dirigenza del club, col presidente Gabrielli che gli ha regalato un quadro con le fasce da capitano indossate in queste stagioni, mentre il sindaco di Cittadella Luca Pierobon e l’assessore Diego Galli gli hanno consegnato una targa: «Un grande sportivo che ha sempre dimostrato di saper onorare la maglia. Come Amministrazione è stato un onore vederlo giocare in questi anni per il nostro Citta».

IL SALUTO DEI TIFOSI

A onorare il “cap” anche i tifosi. I “Rabaltai”, gli ultras granata, hanno preparato una t-shirt che sarà messa in vendita: il ricavato andrà totalmente in beneficienza a favore di chi ne ha più bisogno tra famiglie del territorio e associazioni. In un post sui social lo hanno salutato così: «Manuel rimarrà nella storia del nostro club, ma prima di tutto è sempre stato uno di noi nel vero senso della parola, l’anello che univa il nostro gruppo alla squadra. Abbiamo sperato fino all’ultimo che potesse dare ancora il suo contributo, come ha dimostrato di poter fare, ma rispettiamo ovviamente la sua scelta, orgogliosi di averlo avuto come simbolo per la maglia granata». Ed è l’orgoglio di tutti i tifosi. —

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