Le acrobazie vincenti di Luca È Ravanelli l’eroe del Padova
PADOVA
Ai voli in cielo e alle acrobazie, in un certo senso, ci è abituato fin da piccolo. Merito di alcuni hobby abbastanza rari tra gli sportivi del nuovo millennio, ma che di fatto rendono Luca Ravanelli un personaggio ancora più unico nel suo genere. Lontano dallo stereotipo comune del calciatore, si è improvvisamente (ma meritatamente) ritrovato ad essere l’eroe del Padova tornato in Serie B dopo 4 anni di assenza, che ha cominciato alla grande il campionato conquistando 4 punti nei primi due derby e il momentaneo secondo posto in classifica, per quel che vale alla seconda giornata.
Vale molto di più, invece, l’impatto strepitoso avuto da questo giovane difensore, che all’esordio nella categoria non solo ha svolto impeccabilmente il proprio dovere nelle retrovie, ma ha segnato i due gol che hanno permesso al Padova di uscire indenne dal Bentegodi e di piegare il Venezia. Dicevamo delle acrobazie. Ravanelli è cresciuto tra le valli trentine, divertendosi, oltre che con il pallone, anche con skateboard e snowboard. Discese e salti sulla tavola, d’inverno e d’estate, hanno scandito la sua adolescenza, fino al passaggio alle giovanili del Parma. Una volta approdato nella Primavera gialloblù ha dovuto mettere da parte le antiche passioni, per non rischiare qualche infortunio beffardo, ma non per questo ha smesso di sfidare le leggi della gravità. Come hanno potuto notare i tifosi biancoscudati. Prima la spaccata vincente contro l’Hellas, quindi il balzo altissimo, sovrastando compagni e avversari, per bucare di testa la porta del Venezia.
«Due gol alle prime due partite in Serie B, da difensore, oltretutto in due derby. Non avrei mai creduto potesse essere vero», il sorriso di Ravanelli. «Non potrei essere più felice, soprattutto per la vittoria in una partita così sentita da parte dei tifosi».
A proposito. Il gol è arrivato proprio sotto una Tribuna Fattori gremita e impazzita di gioia dopo l’incornata vincente. «È stato un momento bellissimo, sono arrivato di slancio, ho segnato e mi è venuto spontaneo continuare la corsa per andare ad esultare davanti ai nostri tifosi» .
E proprio come a Verona, l’assist è arrivato, da fermo, grazie al sinistro telecomandato di Luca Clemenza. Al quale sono bastati una manciata di allenamenti per trovare l’intesa con i nuovi compagni. «Lo conosco da tempo», svela Ravanelli. «Giocavamo contro fin dai tempi degli Allievi e la prima volta che lo vidi mi fece una grandissima impressione. Sono felice sia venuto a Padova, perché secondo me è un giocatore fortissimo» . Se Clemenza è un predestinato, il coetaneo Ravanelli, invece, ha dovuto fare un po’ di gavetta prima di emergere. «Mi sento cresciuto molto, soprattutto dal punto di vista della fiducia. La scorsa stagione era la prima tra i professionisti, l’approccio è stato difficile ma con il passare del tempo ho capito che potevo starci in Serie C. Adesso devo dimostrare di poter stare anche in B».
La strada sembra proprio quella giusta, l’importante è non cullarsi sugli allori. Ma non sembra esserci pericolo: «Non penso a quanti gol segnare ancora, ma a quanti evitarne. Vogliamo raggiungere la salvezza e ho molta fiducia in questo Padova. Intanto dedico il gol alla mamma e in questi giorni di riposo festeggerò con i miei amici a Trento».
Da buon difensore ha due modelli a cui si ispira: «Da bambino il mio idolo era Nesta, quindi ho avuto la fortuna di allenarmi nel Sassuolo assieme ad Acerbi, che mi ha impressionato per mentalità e per modo di stare in campo».
A proposito di giocatori di Serie A, la speranza è quella di aver chiuso una volta per tutte un grande equivoco. Non c’è nessun legame di parentela con Fabrizio Ravanelli (come hanno erroneamente scritto molte testate nei giorni scorsi), nonostante anche il figlio di Penna Bianca si chiami Luca. «E dire che la settimana scorsa mi hanno scritto alcuni tifosi juventini frasi del tipo “buon sangue non mente”», ride il difensore biancoscudato. E a ridere non è solo lui ma anche i due maggiori artefici della sua esplosione. In primis Giorgio Zamuner, che ha seguito la carriera di Ravanelli fin dalle prime apparizioni con gli Allievi del Parma e non ha perso tempo nell’accaparrarselo una volta uscito dalla Primavera del Sassuolo. Il dg biancoscudato già dall’inverno scorso ha lavorato per il rinnovo del prestito, che a luglio ha rischiato anche di sfumare prima che le due società si accordassero: «Per me non è una sorpresa, nemmeno sotto porta, visto che in Primavera segnava molto», garantisce Zamuenr. Mister Bisoli, che ha avuto il merito di lanciarlo lo scorso anno, in allenamento lo massacra mentre davanti ai microfoni non ha dubbi a sbilanciarsi: «Tra due o tre anni sarà in Serie A» . —
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