Le regole fino all’8 Partite a porte chiuse Giovanili, i genitori fuori dall’impianto

Il Padova sarà costretto a disputare sei incontri in 17 giorni I dirigenti dei piccoli club: «Meglio non giocare a Pasquetta»



PADOVA. Da un decina di giorni il calcio veneto, dai professionisti ai dilettanti, sino ai tornei giovanili, deve fare i conti con l'incubo coronavirus. Un'emergenza sanitaria condizionerà ancora almeno per un'altra settimana, abitudini e appuntamenti di giocatori, allenatori e dirigenti delle varie società.

Nella nostra provincia è trascorso così un nuovo weekend all'insegna del tutto chiuso, con campi, palazzetti e palestre deserti. In un quadro del genere bisogna fare i conti con un calendario fitto di impegni e con scadenze ravvicinate, ma un'ipotesi si fa sempre più concreta: giocare le prossime partite senza spettatori. Dappertutto.

TOUR DE FORCE

Partiamo dalle squadre professionistiche, Cittadella e Padova. Sabato abbiamo assistito al Tombolato ad un evento surreale, la prima gara a porte chiuse nella storia del club granata. Senza il pubblico un condizionamento c'è stato, inevitabile, per capitan Iori e compagni, attesi adesso ad altre due impegni in quattro giorni, domani sera a Cosenza e venerdì sera, nel loro stadio, contro il Pordenone. Un tour de force esagerato, imposto da scelte cervellotiche della Lega B, indipendentemente dall'allarme per il virus, a cui si aggiungerà, come ulteriore dazio, l'obbligo di affrontare pure la sfida con i neroverdi friulani a spalti vuoti, perché così prevede il nuovo decreto del governo. E il Padova, che ha saltato ben tre incontri (con Arzignano, Ravenna e Triestina) fra domenica 23 febbraio e ieri? La Lega Pro ha già elaborato il calendario dei recuperi, con uno stillicidio di impegni per i biancoscudati tutt'altro che semplice: si ripartirà domenica 8 con la trasferta di San Benedetto del Tronto (vietata ai tifosi veneti), poi mercoledì 11 al Menti di Vicenza con l'Arzignano, a cui seguiranno, domenica 15, il match casalingo con il Piacenza e mercoledì 18 il secondo dei tre recuperi, sul campo del Ravenna. Domenica 22 derby con il Vicenza all'Euganeo e mercoledì 25 turno infrasettimanale a Bolzano con il Sudtirol. Morale: sei partite in 17 giorni!! Come dire, sarà un marzo decisivo per gli uomini di Mandorlini.

DILETTANTI, PORTE CHIUSE

Sino a domenica 8 gli eventi a livello di dilettanti sono sospesi, dalla Serie D (quindi niente match mercoledì 4, come da calendario, per Campodarsego, Luparense ed Este) alla Terza Categoria, tuttavia l'assessore allo Sport del Comune di Padova, Diego Bonavina, fa capire che ci saranno incontri a porte chiuse, per tutti, categorie giovanili comprese. I genitori porteranno i propri figli al campo, poi saranno costretti ad andarsene. «Ci si può allenare, con le dovute precauzioni, mentre sono vietate le manifestazioni pubbliche. Eppure gli impegni previsti per il 7 e l'8 dovrebbero svolgersi con gli spalti deserti. La nostra provincia ha già perso il Trofeo Luxardo di sciabola e sono stati rinviati la Gran Fondo di ciclismo ed il Gp Città di Padova di trotto alle Padovanelle». Scattata l'emergenza, non c'è stata comunque un'applicazione uniforme degli “input” ricevuti da Roma e Venezia per quanto riguarda la possibilità di allenarsi. Massimo Ceccato, direttore sportivo dell'Arcella (Eccellenza), lo conferma: «Ci siamo potuti preparare normalmente in settimana, con quattro sedute fra martedì e sabato, ma i più giovani hanno dovuto spostare i giorni dei loro allenamenti. Porte chiuse? Alla fine credo sarà questa la soluzione, anche perché molte società non sono d'accordo sul fatto di dover recuperare il lunedì di Pasquetta le gare rinviate. I nostri disagi sono stati contenuti, ma si sono registrati problemi in alcuni comuni, le autorità hanno lasciato chiusi i campi». Così, ad esempio, a Mestrino, Abano e Limena. Per Gianfranco Boscolo, presidente dell'Unione Cadoneghe (Promozione), «le difficoltà ci sono state, soprattutto nei primi giorni della settimana, bisognava capire cosa fare. Si tenga presente che domenica 23 la comunicazione che non si sarebbe giocato in nessuna categoria ci è giunta alle 8 del mattino, quando alcune squadre giovanili erano pronte a partire per le rispettive destinazioni. Sono favorevole alle porte chiuse. E poi un bel “nodo” da sciogliere saranno i recuperi fissati nella settimana di Pasqua e a Pasquetta».

E il caso limite? «Dovremmo giocare domenica 8 con i Colli Euganei, la squadra di Vo', che oltretutto non si è mai allenata, e in casa nostra, a Ponso», puntualizza il presidente della Bassa Padovana (Prima Categoria), Antonio Masiero. «Non mi piacerebbe, però, farlo a porte chiuse, una società come la nostra, che impegna le proprie squadre in diverse strutture della zona, oltre a Ponso, ha bisogno di quei 500 euro di incasso a domenica che alla fine di una stagione contano nei bilanci. Per noi sono stati giorni abbastanza tranquilli, tranne che per due giocatori: lavorano in un ospedale del Vicentino e in una clinica medica di Pozzonovo e hanno saltato gli allenamenti per ovvii motivi. Speriamo finisca presto tutto questo bailamme». —

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