L'INCHIESTA / Valentini e la Sts, trait d’union tra Calcio Padova e Parma Fc

Il numero 2 biancoscudato possiede il 10% delle quote della società di stewarding con sede a Collecchio. Il restante è della Carpine, Spa riconducibile alla famiglia Pasotti-Ghirardi, patron del club gialloblù
FERRO - FINANZA ALLA SEDE DEL CALCIO PADOVA
FERRO - FINANZA ALLA SEDE DEL CALCIO PADOVA

PADOVA. Una gestione complessa che attraverso società collegate e compartecipazioni azionarie mira da un lato, con economie di scala, a razionalizzare i costi e, dall'altro, a ottimizzare le risorse. Tutto lecito. Anzi auspicabile, visti i tempi di crisi.

Tuttavia, alcuni legami tra Calcio Padova e Parma Fc - se confermati dagli sviluppi dell’inchiesta - potrebbero aprire scenari cupi per la società biancoscudata. Il club di viale Rocco, infatti, da quando Diego Penocchio (ex vice-presidente del Parma Fc fino a marzo 2013) ne è diventato proprietario a fine giugno dello scorso anno, ha stretto una collaborazione con la sua ex società, fatta soprattutto di prestiti di giocatori (in estate sono arrivati, per esempio, Modesto, Santacroce, Musacci e Ampuero ed è passato in gialloblù Vicente poi girato al Nova Gorica), ma anche di know-how (la sicurezza e la manutenzione delle strutture sarebbero gestite da società compartecipate da persone legate ad entrambi i club). Senza contare che gli attuali dirigenti biancoscudati (Penocchio a parte), sono stati in organico al Parma (come il ds Marco Valentini, figlio di Andrea, ed ex osservatore in passato per i ducali).

Le chiacchiere, si sa, a volte sono come il venticello di rossiniana memoria, tuttavia è evidente che la magistratura vuole far luce sugli intrecci societari. Soprattutto in virtù del fatto che lo statuto della Figc parla chiaro. L'articolo 7, per esempio, recita: non sono ammesse partecipazioni, gestioni o situazioni di controllo, in via diretta o indiretta, in più società del settore professionistico da parte del medesimo soggetto. E l'articolo 8: nessuna società del settore professionistico può avere amministratori o dirigenti in comune con altra società dello stesso settore. Nessuna società del settore professionistico può avere collegamenti o accordi di collaborazione, non autorizzati dalla Lega e non comunicati alla Figc, con altra società partecipante allo stesso campionato. In ballo ci sono, per dirne una, i contributi della Lega (e parliamo di milioni di euro), che non spetterebbero a chi non rispetta le regole.

Fin qui le ipotesi. Suggestive, intriganti, ma soltanto ipotesi che non si tramutano certo in reati. Ecco, quindi, che è necessario effettuare una “radiografia” della ragnatela di società che collega il Parma Fc al Calcio Padova, il cui punto di contatto è la Sts srl di Collecchio, società partecipata al 10% da Andrea Valentini (capitale sociale 20 mila euro) che ha come oggetto sociale (tra le altre) l'attività di stewarding e accoglienza degli spettatori, nonché si occupa di tutta l’impiantistica del Parma (stadio Tardini e centro sportivo) e della sua implementazione. Sts è amministrata da Stefano Perrone che detiene anche un 10%, in carica dal 22 gennaio scorso (è succeduto allo stesso Valentini). Il restante (80%) è in mano alla Carpine Spa, società di Carpenedolo (Brescia) fondata nel 1979 (capitale sociale di quasi tre milioni di euro) di proprietà di Enrico Ghirardi (possiede il 17,5 delle quote) e da Gabriella Pasotti (il restante (82,5 per cento), che sono rispettivamente il padre e la mamma di Tommaso Ghirardi, il presidente del Parma. Carpine a sua volta è azionista di minoranza del club ducale (ha il 5% delle quote, mentre un altro 30 per cento della società di serie A è direttamente nel portafoglio della mamma del presidente). Il resto delle quote del club sono detenute dalla Pasfin di Tommaso Ghirardi per un 20%, dalla Damas di Angelo Medeghini per un 40%, dal Banco Monte Parma per un 10% e da Brixia Incipit, una finanziaria di Brescia di cui Penocchio è stato amministratore in passato delegato e in cui era presente anche Tommaso Ghirardi.

Scriveva alcuni anni fa Mario Gerevini sul Corriere della Sera. «Brixia Incipit finora ha combinato poco o nulla, ma ha indossato il vestito della holding che intende acquisire partecipazioni di controllo di società di natura industriale». Brixia è (stata) frequentata (nel senso di possesso di quote) da Ghirardi, ma anche da altri giovani eredi di famiglie vicine a Hopa, la famosa holding vicina al bresciano Gnutti. Anche la signora Pasotti non è sconosciuta nel mondo industriale e finanziario lombardo-emiliano. Suo padre Ferdinando costruì un piccolo impero industriale il cui gioiello, la Fad (assali e veicoli agricoli) fu venduto nei primi anni 2000 alla multinazionale inglese della Gkn, per una cifra rimasta segreta, ma che di sicuro ha decretato la fortuna dell’intera famiglia.

Ma torniamo a Sts e a Carpine. Il legame tra società di calcio è solo intuibile. Il punto di contatto si chiama Andrea Valentini. Da una parte l’ex presidente del Credito Sportivo è socio (ed è stato amministratore fino a fine 2013) della Sts, dall’altro è amministratore delegato del Calcio Padova con contratto in scadenza alla chiusura del bilancio il 30 di questo mese. In pratica l’amministratore del club di via Rocco è socio di minoranza (dentro Sts srl) dalla Carpine dei Ghirardi e Pasotti. Una posizione di inferiorità (azionaria) che potrebbe anche avere influenze nei rapporti tra persone e società. È quello che l’articolo 2359 del codice civile descrive come influenza dominante. Recita la norma: «Sono considerate collegate le società sulle quali un’altra società esercita un’influenza notevole. L’influenza si presume quando nell’assemblea ordinaria può essere esercitato almeno un quinto dei voti, ovvero un decimo se la società ha azioni quotate in mercati regolamentati». Che ci sia o meno (l’influenza) spetterà al magistrato valutarlo, sulla base della documentazione raccolta dalla Guardia di Finanza. È innegabile, tuttavia, che punti di contatto tra club, sulla carta, ci sono. Sebbene questo non rappresenti nulla di sbagliato o vietato, per sé.

Una preoccupazione che forse non sfiora Andrea Valentini, dirigente di lungo corso. L’ad biancoscudato, nato a Macerata nel 1947 e domiciliato a Collecchio (Parma), infatti, risulta essere anche sindaco di Radio M Srl (società di programmazione e trasmissione). In passato, però, oltre ad aver ricoperto il ruolo di presidente dell’Istituto del Credito Sportivo (dal luglio del 2002 al 2005), è stato vice presidente del consiglio di amministrazione della Carima Arte Srl di Macerata (consulenza impreditoriale e altre consulenze amministrative), amministratore unico della Immobiliare Brancadoro Srl di Macetrata (costruzione di edifici residenziali e non), presidente del consiglio di amministrazione della Sedicibanca Spa di Roma (intermediazione monetaria di istituti monetari diversi dalle banche centrali) e sindaco di alcune cooperative tra cui Borgo la Caccia Consorzio di Macerata, Sanfrancesco Srl di Staffolo (Ancona) e infine presidente del collegio sindacale dell’Ipeco di Ancona (impresa di costruzioni).

Lo schema degli assetti societari.
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