Lo scudetto impossibile del Verona nel 1985

Il giornalista Furio Zara pubblica per Ultrasport la storia di un campionato incredibile in occasione del trentennale

PADOVA. Furio Zara sa come portare il lettore dentro una storia: con gli occhi, con la mente e soprattutto con il cuore. Giornalista del "Corriere dello Sport-Stadio", ha scritto questo nuovo volume in occasione del trentennale dello scudetto del Verona.

"Ma è successo davvero? 12 maggio 1985: Hellas Verona campione d'Italia. La storia dello scudetto più incredibile del calcio italiano" (UltraSport, 16 euro) ti cattura e ti affascina, che tu sia un tifoso della squadra veneta o no. È come fare un salto a piè pari nel calcio, più puro e più divertente, degli anni Ottanta. «Il 1980 è una data spartiacque tra il prima e il dopo. Si possono tesserare due stranieri per squadra. Da quel momento niente non sarà più come prima»: frasi brevi, instantanee di un tempo che non c'è più e che provoca tanta nostalgia.

La domanda che dà il titolo a questo libro sembra riecheggiare ancora, tra l'allenatore Osvaldo Bagnoli e i tecnici, tra i giocatori e i tifosi, tra gli abitanti della città dell'Arena, di Romeo e Giulietta. Era l'11 maggio del 1985. «Oh ragazzi: vi rendete conto di quello che abbiamo fatto?»: una squadra di provincia, sbarcata in serie A da pochi anni, vinceva il massimo campionato italiano, battendo la Juventus di Platini, l'Inter di Rumenigge, il Napoli di Maradona. Giusto, per chi ricorda con piacere e chi invece non conosce, rifare l'appello: Garella in porta, Ferroni terzino destro, Marangon terzino sinistro, Fontolan stopper, Tricella libero, Briegel in mediana, Volpati, Bruni e Sacchetti che si alternano come mezzala destra, Di Gennaro regista. E ancora Fanna ala destra, Galderisi centravanti ed Elkjær seconda punta. È un decennio, questo, in cui lo strapotere della Juventus è quasi incontrastato: «Un dominio estenuante, persino noioso. È un potere legittimato da scudetti messi in fila come bottigliette sulla vetrinetta dei liquori». E poi arriva Osvaldo Bagnoli, un osso duro, che prende il Verona, costruisce la squadra, la mette insieme, con passione profonda, giocatore per giocatore. «Bagnoli è Geppetto alle prese con un pezzo di legno: è in quell'estate (1984) che il Pinocchio-Verona prenderà una vita propria e andrà a conquistare lo scudetto».

Uno scudetto “impossibile”, strappato alle incredule signore del calcio italiano: lo scudetto più incredibile della storia.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova