Londra, si chiude a tempo di rock ma senza regina

Ripetere il successo della cerimonia d’apertura era impossibile, ma a Londra hanno fatto le cose in grande anche quando si è trattato di far calare il sipario sulla trentesima edizione dei Giochi olimpici.
Una cerimonia tutta incentrata sulla musica britannica. Si è cominciato su sonorità gospel, con percussionisti che suonavano appesi a una grande ruota, poi con il violoncello di Julian Lloyd Webb er, i Madness e un attore che declamava una tra le frasi più celebri di Winston Churchill: la vittoria più importante è non abbattersi per una sconfitta. Sotto di lui, la vita di Londra torna alla normalità, mentre sul palco salgono il presidente del Cio Jacques Rogge e il principe Harry. Spettacolare, come annunciato, l’ingresso dei Pet Shop Boys sui risciò. Dopo boy band e altri spettacoli di percussioni e danzatori, è toccato dapprima ai portabandiera – tra i quali il nostro Daniele Molmenti – e quindi agli atleti medagliati e alle varie delegazioni sfilare. Come sempre, nel corso della cerimonia si è svolta la premiazione della maratona: sul podio l’ugandese Kiprotich ed i keniani Kirui e Kipsang. Poi lo show è entrato nel vivo, prima con un video di Imagine di John Lennon e poi con un travolgente George Michael e Kaiser Chiefs.
Si è fatta sentire l’assenza della regina Elisabetta: protagonista assoluta – nei panni di una Bond Girl – del fantastico show del regista Danny Boyle del 27 luglio, ieri ha disertato quello diretto dal coreografo Kim Gavin.
La musica è finita, gli amici se ne vanno. È tempi di bilanci per il presidente del Cio Jacques Rogge, che promuove a pieni voti Londra e già che c’è anche se stesso, affermando ad esempio – beato lui – che i controlli antidoping funzionano. Il belga ha fissato alcuni highlight: accanto a Usain Bolt e Michael Phelps ha citato anche la nostra Valentina Vezzali. Sull’uomo più veloce della storia ha un po’ corretto il tiro: «È sicuramente già una leggenda della velocità, anche se è ancora in attività».
Sorrisoni anche per il presidente del Coni, Gianni Petrucci, forte di un medagliere (8 ori, 9 argenti e 11 bronzi) che ci riporta nel “G8” dello sport. Oddio, l’ultima giornata da sola è costata al Coni, in termini di premi-medaglia, la bellezza di due milioni, a causa degli sport di squadra saliti sul podio. Il Comitato olimpico aveva previsto un montepremi di 4.470.000 euro, invece dovrà sborsarne 5.390.000. Ma Petrucci si è detto particolarmente soddisfatto delle medaglie d’argento e di bronzo conquistati dalle due nazionali di pallanuoto e pallavolo. La sua unica, vera amarezza è la positività di Alex Schwazer: «Un’ombra che non potrò mai dimenticare», ha detto ieri il numero uno dello sport italiano, che poi si è soffermato sul bilancio delle medaglie azzurre: «È un bel risultato – ha aggiunto – Avevo fatto una previsione di 25 medaglie che è stata ampiamente superata».
Petrucci ha quindi ringraziato il presidente del consiglio Mario Monti, il ministro dello sport Piero Gnudi e soprattutto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per il sostegno che hanno garantito alla spedizione azzurra. E proprio mentre il numero 1 dello sport italiano parlava con i giornalisti è arrivata una nuova telefonata del capo dello Stato. «Complimenti a questa Italia – ha detto Napolitano – Mi saluti tutti gli atleti, mi ritengo soddisfatto di quello che ha fatto l’Italia sportiva».
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