Monte-stipendi, Iori & C. costano meno di tutti
PADOVA. Guardatela bene, la tabella qui a fianco. Racchiude i costi vivi degli stipendi dei giocatori delle 22 squadre di Serie B nella corrente stagione e le sorprese non mancano. Soprattutto affiora una “verità” difficilmente smentibile: non sempre chi spende di più trionfa, anzi le delusioni alle volte sono cocenti. I dati sono stati raccolti da calciodipendenza.com, un nuovo portale web nato da un’idea di Salvatore Ciotta che parla di calcio a 360 gradi, offrendo news di mercato, del calcio estero e delle serie minori e argomentando un po’ su tutto quanto ruota attorno al mondo del pallone.
Venendo alle squadre venete, non può non balzare all’occhio la posizione che occupa il Cittadella, che sta concludendo l’ottavo campionato tra i cadetti negli ultimi nove anni addirittura con la prospettiva di giocare i playoff (sempre che si facciano): è ultimo, staccato addirittura di un milione di euro dalla Pro Vercelli, penultima. Il Vicenza è sedicesimo (alla pari con il Brescia), con 2 milioni e 300 mila euro in più rispetto ai granata. Al vertice della graduatoria c’è il Verona, seguito da Frosinone e Carpi: le tre retrocesse dalla Serie A hanno usufruito del “paracadute” garantito a chi scende di categoria, ma impressiona il fatto che fra i gialloblù di Pecchia e quelli di Marino ci sia un... abisso, quasi 15 milioni contro poco più di 7. La “forbice” con il Cittadella, poi, è talmente grande da lasciare allibiti: 12 milioni e 700 mila euro di differenza.
Acclarato che i soldi non sempre fanno la differenza, va notato come la Spal, una delle “matricole” (le altre, oltre al Citta, sono Pisa e Benevento), stia vincendo il campionato con un monte-ingaggi che sfiora i 3 milioni e mezzo, e questo nonostante tra le sue fila ci siano due attaccanti di straordinaria vena realizzativa e dai trascorsi nobili, come Antenucci e Floccari (quest’ultimo arrivato grazie alla campagna acquisti invernale). In due anni e mezzo, tenendo fede ad un preciso progetto (investimenti oculati e mirati su elementi motivati al massimo o da rilanciare), i biancazzurri di Ferrara sono riusciti a realizzare qualcosa di straordinario: due promozioni di fila, saltando dalla Lega Pro alla massima serie.
Anche il Perugia, terz’ultimo nella graduatoria, può dire di aver ottenuto il massimo sin qui con costi giusti: 3,2 milioni di euro per il quarto posto. E il Latina, finito all’asta? È a metà del gruppo, con una spesa di 4,4 milioni. I risultati si sono visti...
Tornando al Citta, la gestione della famiglia Gabrielli è da prendere ad esempio, perché il passo è sempre stato, ed è, proporzionale alla lunghezza della gamba. In squadra chi guadagna di più viaggia al di sotto dei 100 mila euro, molti oscillano fra i 50 e i 60 mila, ma c’è pure chi ne prende 40 mila. Con questa “politica” il club va avanti alla grande, anche se quest’anno è possibile che la stagione si chiuda con uno sbilancio di un milione di euro fra entrate e uscite. Una cosa è certa, però: sotto le Mura non ci sarebbe calcio senza di loro, perché il giorno in cui i Gabrielli dovessero stancarsi, le conseguenze sarebbero facilmente immaginabili. Chiusura di baracca e burattini e un enorme vuoto da provare a colmare.
Stefano Edel
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