Padova Calcio, Andreoletti: «L’unico nostro nemico è l’ansia»

Nel giorno della sfida con l’Union Clodiense, che potrebbe essere decisiva per la promozione in Serie B, l’allenatore biancoscudato tiene alta la concentrazione: «Non sarà una scampagnata, ma noi siamo carichi»

Stefano Volpe
Matteo Andreoletti, allenatore del Padova (Foto Editoriale Report)
Matteo Andreoletti, allenatore del Padova (Foto Editoriale Report)

Matteo Andreoletti, ci siamo. È la notte di Padova-Union Clodiense, la partita che potrebbe regalare la promozione in Serie B. A poche ore dalla discesa in campo che sensazioni avverte?

«Una grande consapevolezza e l'entusiasmo giusto, perché non dobbiamo nemmeno fare l'errore di pensare troppo a una scenario negativo. Serve equilibrio, anche perché mi aspetto che non sia questa l'ultima partita. Dovremo giocarne ancora due, ci servono quattro punti per vincere il campionato e non ci regalerà niente nessuno. Posso capire che dall'esterno questa sfida sembri una formalità, ma per noi non è così. Non sarà una passeggiata, l'Union Cldiense farà la propria partita con la testa sgombra. Noi dovremo mantenere sempre i piedi per terra e restare sul pezzo».

L'umore si è capovolto dopo la giornata di domenica scorsa che ha regalato il sorpasso sul Vicenza. Come avete gestito questa settimana?

«Con grande voglia di tornare in campo e fortunatamente è stata una settimana più corta delle altre. Giocare già venerdì ci favorisce e i ragazzi si sono allenati a 300 all'ora, come stanno facendo dal 15 luglio a questa parte. Abbiamo nuovamente il privilegio di essere padroni del nostro destino e dobbiamo saperlo sfruttare. Questo campionato ci ha insegnato a non dare mai nulla per scontato».

Nelle ultime tre partite la squadra ha avuto una fisionomia chiara e ci sono stati pochi cambiamenti nell'undici titolare. Sarà così anche stasera o ha in mentre qualche sorpresa, al netto del ritorno di Crisetig?

«Bianchi ha dato una grande risposta a Trieste quando è stato chiamato in causa e mi porto il dubbio se farlo giocare o meno dal primo minuto. Per il resto non mi piace cambiare filosofia, visto che quella che abbiamo attuato dal primo giorno ci ha portato lontano. Sto valutando tanti fattori, la continuità è importante ma anche l'aspetto mentale e l'attitudine a giocare partite decisive».

Il rischio più grande è quello che la squadra si faccia prendere dall'ansia di voler sbloccare il prima possibile l'incontro e possa perdere lucidità se non ci riuscisse?

«Mi ripeto, non sarà una scampagnata. Vogliamo vincere e non possiamo nemmeno nasconderci visto che la classifica parla chiaro sulle differenza di valori tra le due squadre. Ma l'Union Clodiense farà la propria gara e la pressione è tutta dalla nostra parte. Non crediamo di poter essere 3-0 alla fine del primo tempo, quest'anno non abbiamo mai vinto in modo agevole. Per questo chiedo l'aiuto del pubblico che sarà numeroso come non mai e sarebbe anche potuto essere molto più abbondante».

L'abbraccio tra i giocatori del Padova e i tifosi dell'Euganeo (Foto Piran)
L'abbraccio tra i giocatori del Padova e i tifosi dell'Euganeo (Foto Piran)

L'ha anticipato lei: che idea si è fatto della questione stadio?

«Ci stiamo giocando una stagione e non è il caso di addentrarci in discorsi politici. C'è rammarico, però, perché sono questi i momenti in cui si possono avvicinare tante persone al mondo Padova. Quando le cose vanno male la gente scappa, mentre quando vanno bene ci si aggrega. Purtroppo non potrà essere così. Ma non dimentico che siamo partiti dai 1.600 paganti contro il Trento, mentre adesso lo stadio è esaurito. Voglio dare merito a chi c'è sempre stato anche quando in pochi ci credevano».

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