Il Padova Calcio nel segno di Varas: «Crediamoci fino alla fine»
La vittoria contro il Lecco porta la firma del centrocampista ecuadoregno. «Vinciamo le prossime tre gare, senza fare calcoli»

Un patto con il diavolo è quello che servirebbe al Padova per conquistare la promozione diretta in Serie B. Ma intanto, senza scomodare chissà quale sotterfugio, il “patto con il diavolo” è servito per venire a capo del Lecco e restare in scia del Vicenza a tre giornate dal termine della stagione regolare. Il diavolo, anzi “El Diablo”, altro non è che il soprannome di Kevin Varas, il grande protagonista del posticipo di lunedì scorso. Ha scelto il momento migliore, il centrocampista ecuadoregno, per timbrare la sua prima doppietta con la maglia biancoscudata, confermando il suo ottimo momento di forma. Se a inizio campionato le sue prestazioni non sempre sono state in linea con la sua prima grande stagione al Padova, nel 2025 Varas ha alzato i giri del motore, ritrovando spesso e volentieri la maglia da titolare, sia come centrocampista, che da trequartista.
Proprio alle spalle di Bortolussi, contro il Lecco, ha segnato due gol di pregevole fattura e per certi versi anche inediti. Se il colpo di testa su azione d'angolo che ha sbloccato la gara non è proprio la sua specialità, l'esterno destro a giro che è valso il raddoppio si candida ad essere uno dei gol più belli della stagione: «E probabilmente anche uno dei più belli della mia carriera – sorride Varas -. È stato un gesto istintivo, mi sono ritrovato la palla in area ma avevo poco tempo per ragionare e la giocata più veloce sarebbe stata quella di colpirla con l'esterno. Ci ho provato ed è andata bene. Il colpo di testa, invece, non è una delle mie doti. In quella situazione da corner dovevo tagliare sul primo palo, ma la palla sarebbe dovuta essere più lunga. Invece è arrivata a me e mi sono fatto trovare pronto».
Un po' di numeri: seconda doppietta della carriera (sempre al povero Lecco), quinto gol in questo campionato, il quattordicesimo con la maglia del Padova ed esultanza a mimare il numero sette. Come mai?
«Perché era il sette aprile, il giorno del compleanno di mio figlio Samuel. Ha festeggiato tre anni e ovviamente questi due gol sono dedicati a lui».

Dopo il pareggio di Caravaggio il Padova si è ritrovato per la prima volta al secondo posto, ma la squadra ha affrontato con una tranquillità fuori dal comune la settimana di avvicinamento alla sfida successiva. Cosa vi siete detti in spogliatoio?
«Ci siamo detti che non dovevamo smettere di crederci. Il Vicenza ci ha creduto anche quando era a meno dieci, perché non dovremmo farlo noi che abbiamo un solo punto da recuperare? Per questo abbiamo pensato solo a stare sereni, ad essere positivi e continuare a giocare come sappiamo. Conosciamo il potenziale di questa squadra e siamo consapevoli che non possiamo più sbagliare. Ci restano tre gare e dobbiamo vincerle tutte».
Vero che mancano ancora tre partite, ma tanti indicano il prossimo weekend come quello decisivo in chiave promozione. È d'accordo?
«No. Noi siamo attesi da una sfida molto delicata e vogliamo vincere a Trieste. Poi vedremo come sarà la classifica. Ma non dimentichiamoci che la settimana dopo anche il Vicenza affronterà la Triestina. Si deciderà tutto all'ultima. Siamo contenti perché abbiamo mostrato un'ottima reazione contro il Lecco ma siamo anche stati fortunati nel finale quando rischiavamo di essere beffati. È andata bene e dobbiamo prenderla come un segnale positivo».
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