Padova, il commento: la forza della qualità e il bisogno di uno stadio
Noi vorremmo uno stadio con la sua nuova curva, e senza altre barriere. Come chiede la Fifa: stadi più simili ai teatri che alle prigioni. Stadi europei, stadi per fare festa

Dice il presidente della Clodiense che con la testa libera si gioca meglio. Vero, ma in parte. Vero perchè la prima regola (sdoganata dalla psicologia sportiva) sulla performance di un atleta recita così: sul terreno di gioco tu riesci ad essere il tuo reale potenziale meno le interferenze dentro di te. E per interferenze si intende i propri pensieri negativi, le preoccupazioni, le paure, il timore di sbagliare. Va da sè immaginare che una squadra ultima in classifica e di fatto retrocessa, non abbia più di queste interferenze: cosa può ancora accadere peggio di così? Tanto vale giocare: come va, va. E chissà che magari con qualche episodio favorevole si faccia risultato.
Però, c’è un grande però: i valori. E i valori in campo questa sera hanno un divario talmente ampio che nell’arco di un’ora e mezza è molto improbabile che non si materializzino in una giocata, in un’azione spettacolare, in una invenzione. Il Padova gioca meglio, segna molto di più, ha vinto molto di più, ha qualità di due categorie superiori. E la qualità di solito premia.
Si aggiunga che stasera ci sarà una cornice di pubblico pazzesca: ci sarà lo stadio pieno per quel che può contenere secondo le regole della questura, ma ci saranno anche gli ultras in massa fuori dallo stadio nella loro “favela” aperta alla cittadinanza. E poi ci sarà tutta la città a fremere per il biancoscudo: davanti alla radio o alla tivù o al pc o al telefonino, ovunque ci sarà qualcuno in attesa della notizia della vittoria. Anche quelli dell’ultima ora, certo, anche quelli che finora non si sono interessati di nulla. Ma è un giorno troppo importante per non viverlo con passione a prescindere. E’ il giorno del Padova, ma è anche il giorno della città di Padova.
Per questo dispiace che le istituzioni non siano riuscite a trovare il modo di permettere di vivere una grande festa dentro lo stadio Euganeo, come quando arrivano le star della musica e trentamila persone lo riempiono gioendo, cantando e abbracciandosi. Con il calcio non si può. Non bastano i tornelli all’ingresso, i controlli, i settori separati, le protezioni tra gli spalti e il campo. C’è la riduzione della capienza, e ci sono nuove disposizioni ferree per la tribuna ospiti, semmai in futuro dovesse tornare il Catania con i suoi mille scalmanati che dopo aver distrutto il treno con cui sono arrivati in città, sono entrati allo stadio per spaccare e seminare violenza. Noi non vorremmo più che certa gente venisse nel nostro stadio, al di là di tutte le grate che possiamo costruirgli attorno.
Noi vorremmo uno stadio con la sua nuova curva, e senza altre barriere. Come chiede la Fifa: stadi più simili ai teatri che alle prigioni. Stadi europei, stadi per fare festa. —
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