Padova: il passato non cambia, ma il suo significato sì

Commento / Il tempo mette in ordine le cose e restituisce valore anche alle persone. Tre esempi di cambio di prospettiva rispetto alle scelte della società

Leandro Barsotti

Non possiamo cambiare il nostro passato perchè è scritto, certificato, immutabile. Però possiamo cambiare il significato che quel passato ha avuto per noi, per la nostra società, per il destino sportivo della squadra che amiamo. E di questo voglio parlarvi.

Quando vivi nel presente hai una certa idea e percezione delle cose che accadono. Ma quando poi passa del tempo, capisci alcune dinamiche che ti erano sfuggite. Il tempo mette in ordine le cose e restituisce valore anche alle persone. Faccio un esempio semplice. Estate scorsa, apre il mercato del Padova. Il ds Mirabelli non rinnova Donnarumma, e Antonio lo abbiamo amato tutti per quello che ha detto e fatto come persona e come atleta. Nei social in tanti scrivono che vergogna, la società vuole risparmiare, insulti al capitano Donnarumma, faremo una squadra di sfigati e roba così. Accuse a Mirabelli come se piovesse. Bene, sono passati alcuni mesi: Fortin in porta è una roba mai vista, il miglior portiere del campionato, un talento destinato alla serie A. Domanda: chi aveva ragione? Noi che giochiamo al fantacalcio o un uomo che lavora di calcio reale dalla mattina alla sera? Eddai su, una volta tanto diciamolo.

Secondo esempio: a gennaio arriva nella scuderia biancoscudata un giocatore che ha fatto tanta serie A e B, mai serie C. Si chiama Crisetig. Sui social i tifosi si scatenano: c’è chi dice che non si doveva fare questo sgarro a Radrezza (il regista di Torrente) e che comunque Crisetig è finito. Risultato? Oggi il Padova è guidato in campo da lui. Regista di altra categoria, ragazzo serio, ha legato con la città e i compagni, un livello di professionalità elevatissimo. Dunque, chi lo ha portato a Padova approfittando di una occasione di mercato, ha sbagliato? O la società ha fatto una operazione conveniente pensando al futuro?Il futuro è quello che stiamo vivendo adesso, amici miei carissimi.

Terzo esempio: mister Andreoletti. Commenti sui social dei tifosi: lo hanno preso per risparmiare, a Benevento ha fatto schifo e lo hanno mandato via, Mirabelli lo ha portato a Padova così può decidere tutto lui e quello lì può solo stare zitto. E invece? Andreoletti è ascoltato, la squadra è quella che ha chiesto lui, a gennaio sarà ascoltato ancora, e comunque è in questo momento l’allenatore più osservato d’Italia, Chi aveva ragione? Noi che giochiamo alla playstation o un uomo che lavora di calcio dalla mattina alla sera?

Tornando alla tesi iniziale, ribadisco: il passato è passato. E’ vero, ci sono stati alcuni errori di valutazione. E’ vero, non abbiamo raggiunto l’obiettivo promozione la scorsa stagione. Di poco, ma non ce l’abbiamo fatta. Però il passato, visto oggi, è stato anche e soprattutto costruzione di un futuro vincente. E in questo la società ha giocato bene le sue carte. Meglio di quanto noi tutti avessimo capito. —

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