Paleari, il gatto del Cittadella «Questa maglia me la merito»

Il portiere ha festeggiato i 26 anni mantenendo inviolata la porta contro il Crotone «Sabato a Carpi dovremo inventarci qualcosa di nuovo contro Arrighini e Pezzi»
PRANDI- FOTOPIRAN - CITTADELLA -CITTADELLA-CROTONE PRIMO TEMPO occasione symi
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CITTADELLA

Il regalo di compleanno se l’è fatto da solo. Alberto Paleari ne ha compiuti 26 ieri, ma per certi versi ha festeggiato già domenica, mantenendo la porta del Cittadella inviolata all’esordio in campionato con il Crotone. «Il compleanno l’ho festeggiato mangiando al ristorante, una delle mie passioni. Ma in genere non ho pretese particolari, resto a casa e mi godo il gatto abbandonato che ho adottato assieme alla mia compagna Sara. Lo sto allenando come portiere lanciandogli degli oggetti vari, compie parate davvero incredibili», racconta questo ragazzo brianzolo che, anche da numero uno, non ha perso la sua genuinità. «E comunque, tornando seri, già la scorsa stagione era terminata per me con sei partite da imbattuto, per cui tengo ad allungare questa striscia personale».

Però avere quel numero sulle spalle lascia sensazioni diverse... «Ci sono più responsabilità, ma dopo due annate “all’oscuro” era giunto il momento di prendersele. Nella scorsa stagione, da secondo di Alfonso, so di aver fatto bene nelle partite in cui ho giocato, ma, in fondo, non dovevo dimostrare niente. Ora è diverso. Col nostro preparatore Pierobon stiamo continuando a lavorare con grande affinità, la stessa che c’è anche con Maniero e Rosteghin, i due compagni con cui condivido il ruolo. Col numero uno sulle spalle si cammina a testa alta, ma bisogna rigare dritto e lottare».

Pure senza due pilastri come Scaglia e Varnier la difesa si sta dimostrando solida. «I nuovi arrivati stanno imparando i nostri meccanismi. Non è facile, perché quello che vuole Venturato è completamente diverso da quanto viene richiesto altrove: penso a un certo tipo di marcature preventive e a come venga chiesto di aggredire l’avversario anche nella sua metà campo». I risultati si vedono. «Sì, ma sappiamo che i movimenti del Carpi, che ci ospiterà sabato, sono diversi da quelli del Crotone, in più ci troveremo di fronte due ex compagni come Arrighini e Pezzi, che ci conoscono bene, per cui dovremo inventarci qualcosa di nuovo». Ex granata, ma anche amici. «Erano entrambi miei vicini di casa. Arrighini, poi, spesso bussava al mio appartamento per venire a mangiare o farsi dare una mano con la caldaia».

Di sicuro Alberto conosce bene loro, così come conosce il prototipo del calciatore medio. Non tutti sanno che si è laureato in Scienze motorie con una tesi intitolata “Il calciatore di serie B: analisi e modelli di consumo”. «L’ho realizzata tramite un questionario che ho sottoposto a 288 giocatori, chiedendo loro quali fossero i consumi quotidiani, con altre richieste tipo la macchina che hanno o l’orologio che portano. Le conclusioni? Non mi sono trovato molto su alcuni aspetti, forse perché sono “povero” e non ho il Rolex come il 60% degli intervistati...». —



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