Rugby, il finale amaro di Michieletto: grave infortunio per la seconda linea del Petrarca
Contro il Vicenza, all’ultima gara della carriera, il giocatore dei tuttoneri ha riportato l’uscita del femore dall’anca: «Momento duro, ma sono felice della vicinanza di molti e di quanto fatto in questi anni»

Un rugbista con l'elmetto abbassato, fino all'ultimo. La carriera di Riccardo Michieletto, 31enne seconda linea del Petrarca Rugby, si è conclusa per un grave infortunio domenica, a due minuti dal fischio finale del match con Vicenza, a pochi passi dalla linea di meta, in quello che doveva essere l'ultimo saluto al centro Geremia di Padova, negli ultimi 12 anni la sua seconda casa. Trevigiano, laureato in Business Administration, nelle ultime 4 stagioni è riuscito a giocare nel massimo campionato italiano lavorando a tempo pieno come responsabile marketing di Acciaierie Venete, l'industria di Alessandro Banzato, ex presidente e principale sponsor del Petrarca Rugby.
«È un momento durissimo ma se penso al mio percorso sportivo e professionale non posso che esserne felice - racconta -. Sono l'unico della squadra a lavorare full-time. Staccavo alle 11 e elle 11.20 ero al campo, appena finito di allenarmi tornavo di corsa in ufficio. Senza sedute video con la squadra, gestendo da solo palestra e atletica. E riuscendo comunque a giocare tutte le ultime finali scudetto».

Michieletto è stato operato nel reparto di Ortopedia dell'Ospedale di Padova, dopo il trasporto in ambulanza dal Centro Geremia, per l'uscita del femore dall'anca. «Sono stato molto sfortunato, perché sono caduto palla in mano con il ginocchio a terra e in quel momento mi è piombato sulla schiena un avversario, quindi il femore ha fatto leva ed è uscito di sede, finendo sotto l'anca. Un dolore allucinante. Cose rare anche nel rugby: può succedere se tamponi qualcuno, per la compressione delle gambe. Per fortuna non ci sono fratture e l'intervento è riuscito bene. Tra un mese dovrei riprendere a camminare, poi mi piacerebbe tornare a correre e andare in bici. Anche se la mia priorità sarà il lavoro, che mi appassiona moltissimo».
Giocatore combattivo e generoso, beniamino della tifoseria patavina, Michieletto ha ricevuto enorme solidarietà. «Non avete idea di quante persone mi hanno scritto e confortato: compagni di squadra vecchi e nuovi, avversari, allenatori di ogni epoca, dirigenti, tifosi, amici da tutta Italia. Non mi aspettavo così tanto affetto e mi ripaga nel profondo per aver dato sempre tutto nel rugby».
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