Rugby, il Petrarca ritrova capitan Trotta: «Il nostro gioco deve essere vincente»
I tuttoneri recuperano il terza linea romano in tempo per la semifinale di Coppa Italia contro le Fiamme Oro, in programma domenica al “Geremia”. «Bisognerà dare il massimo»

Il capitano incita alla riscossa il suo Petrarca, pronto a tornare in campo dopo un mese esatto di assenza, in cui la squadra di Padova ha fatto sempre cilecca. La striscia negativa prosegue da quello sfortunato 16 febbraio, a Reggio Emilia, dove oltre a fallire la prima delle tre recenti partite di campionato i tuttoneri hanno perso per infortunio anche Andrea Trotta, insieme ad altre pedine importanti come il centro Broggin.
L'attesa è finalmente finita per il terza linea romano, che da sei stagioni è il leader dei campioni d'Italia con cui ha vinto tre scudetti, e la speranza dell'ambiente patavino è che il suo ritorno in formazione coincida con un risultato vittorioso del XV allenato da Jimenez e Griffen, quanto mai bisognoso di ritrovare fiducia nei suoi mezzi.
Domenica alle 14, davanti al proprio pubblico al Centro Geremia, il Petrarca si misurerà con le Fiamme Oro per aggiudicarsi un posto nella finale di Coppa Italia in programma il 12 aprile (Rovigo-Valorugby Emilia l'altra semifinale).
«È un match delicato e che vogliamo vincere ad ogni costo – premette Trotta -. Le Fiamme Oro sono in un ottimo momento, stanno recuperando terreno in campionato e come noi vogliono la finale di Coppa. In più, si è visto che con Canna alla regia sono una minaccia per tutti, quindi dovremo fare grande attenzione».
Il match di andata in campionato fu vinto con fatica, rischiando il sorpasso nel finale che fu sventato da un provvidenziale intercetto di Botturi, impreziosito dalla meta in contropiede del 25-14 finale. Un confronto in cui i tuttoneri soffrirono molto le qualità registiche dell'ex apertura dell'Italia. «Sono una squadra fisicamente forte ma mi spaventano più tatticamente se devo essere sincero, proprio perché uno come Canna ti costringe a non scoprirti mai e può cambiare la partita all'improvviso. Se riescono a prendere velocità sono molto pericolosi, anche se l'essere molto dipendenti dal loro regista può essere un'arma a doppio taglio. In ogni caso ci attende un confronto alla pari, da giocare concentrati al massimo».
L'infortunio in zona orbitale occorso a Reggio Emilia ha rischiato di tenerlo fermo a lungo. «Per fortuna non è stato necessario operare le fratture emerse dalle lastre, al piatto dell'orbita e a un'altra piccola lamina, ma ovviamente ho dovuto stare il più possibile a riposo. Per le fratture e perché, per il colpo ricevuto all'occhio, ho faticato a vedere con nitidezza per un paio di settimane».
Sul periodo negativo infine, emerge chiara l'intenzione di voltare pagina con pragmatismo. «Non siamo stati efficaci nell'ultimo mese e dobbiamo imparare a gestire meglio le partite. L'unica cosa che si può fare in questi casi è continuare a lavorare, farlo di più e con maggiore convinzione, per dimostrare in campo con i fatti che la nostra idea di rugby è vincente».
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