Soncin torna da allenatore nella sua San Donà
SAN DONÀ (Venezia). «Per l’importanza della piazza e della società, il Sandonà deve stare a questi livelli. Starà a noi cercare di mantenere la Serie D. Allenare allo Zanutto è uno stimolo in più per tutti». Per Giovanni Soncin guidare la panchina del Sandonà non sarà un incarico come gli altri. E non solo per la vicinanza a casa, essendo lui originario della vicina Torre di Fine. Ma perché, da giocatore, Soncin ha scritto pagine importanti nella storia del Sandonà. Era la metà degli anni Novanta e i biancocelesti militavano in C/2. «Qui ho vissuto due anni splendidi. Venivo da una stagione storta alla Triestina, con troppi infortuni», ricorda Soncin, «con il Sandonà ho avuto modo di rilanciarmi, tornando a giocare a livelli importanti. Devo ringraziare la società e l’allenatore di allora, Ezio Glerean. Giocare o allenare qui ti dà sempre quel qualcosa in più, perché ci sono uno stadio ideale e una buona tifoseria, che dobbiamo riportare in curva». Tra il Sandonà e Soncin c’era stato un contatto già lo scorso anno, ma poi non se ne fece nulla. Dopo l’esonero alla Calvi Noale, Soncin riparte dal Sandonà. «Sono felice di essere arrivato qui e per di più in Serie D, riconquistando la categoria che avevo perso a dicembre», spiega il tecnico. «Vengo qui con grande voglia, entusiasmo e tanta carica per dare il meglio di me stesso». Nello staff tecnico biancoceleste ci sarà anche il figlio di Giovanni, Alessio, che guiderà la juniores e farà l’osservatore per la D. (g. mon.)
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