Tennis spettacolo e musica Yannick Noah compie 60 anni

Il francese di colore all’apice nel 1983 conquistando il Roland Garros 

il personaggio

Il tennis spettacolo, tre mogli, la musica. Sono i grandi amori di Yannick Noah, che oggi compie 60 anni. Ventitré titoli vinti, raggiunse l'apice della carriera nel 1983, conquistando la finale del Roland Garros.

Nato a Sedan il 18 maggio 1960, Yannick Noah - inconfondibile le sue treccine rasta - è figlio di una insegnante francese e di un calciatore camerunese. Una famiglia di sportivi, visto che il figlio gioca nell'Nba. A tre anni la sua famiglia si trasferisce in Camerun e lì il giovane Yannick ben presto scoprirà il talento per il tennis. Incoraggiato dal campione americano Arthur Ashe, torna in Francia per tentare la carriera professionista. Il fisico lo aiuta (grazie ai suoi 193 centimetri di altezza) e il gioco aggressivo la fa conoscere al grande pubblico. Uno dei colpi che lo renderanno famoso prende il suo nome, con la pallina colpita tra le gambe, spalle all'avversario che ha cercato di scavalcarlo con un pallonetto. Il primo successo importante arriva nel 1977, con il titolo juniores a Wimbledon. L'anno dopo le prime due vittorie da professionista, a Manila e Calcutta. Tra i suoi acuti l'aver interrotto - nel 1981 - la striscia di vittorie consecutive (44) di Ivan Lendl, nella finale di Palm Springs. Ma la consacrazione arriva nel 1983, quando a Parigi batte Mats Wilander in tre set. Noah diventa così il secondo tennista di colore, dopo Ashe, a vincere un torneo del Grande Slam. I festeggiamenti sono tali da diventare un peso, tanto che vivrà un periodo di depressione («è vero, su un ponte della Senna ebbi la tentazione» ha raccontato di recente) e impiegherà quasi due anni per tornare a imporsi in una prova di singolare, a Roma nel 1985. Ritiratosi nel 1990, è stato capitano non giocatore di Coppa Davis. Con lui alla guida la Francia ha vinto l'insalatiera d'argento nel 1991, 1996 e 2017. Da capitano della nazionale femminile nel 1997 ha conquistato la prima Fed Cup della storia del suo Paese. E poi c'è la musica a riempire le sue giornate. Dopo «Black and What», suo primo album del 1991, ne sono seguiti un'altra decina, per un totale di 6 milioni. Tra un'incisione e l'altra, è stato anche consulente psicologico della nazionale camerunense di calcio e di Amélie Mauresmo, ai quali deve aver ripetuto il motto della sua carriera: «tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per piacere». —

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