«Tutto ok, finale tinta d’azzurro Per noi un torneo memorabile»

MESTRE. «Meglio di così non poteva andare, era la finale che sognavamo da anni con due italiani in campo». Poche parole ma un concetto semplicissimo, quello espresso ieri da Pasquale Marotta, il direttore sportivo del Tennis Club Mestre. In sedici anni di torneo, tra femminile e maschile, non era mai successo. E solo Karin Knapp nel 2012 era riuscita a sollevare la Save Cup. «È stata sofferta ma alla fine ce l’abbiamo fatta a raggiungere un simile risultato» prosegue Marotta, «con l’Atp abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, motivo per cui le sinergie hanno sempre dato importanti risultati. Per quanto riguarda l’organizzazione gli uomini dei campi sono stati all’altezza della situazione e hanno ottenuto un grande risultato nel battere anche la pioggia dei giorni scorsi. A loro vanno i complimenti, ma anche a Marco Carraro che ha lavorato benissimo con i raccattapalle, come Maura Vittoria Branzoni e Giuseppe De Pasquale per i giudici di linea. Tutto ha funzionato: dal player’s desk agli incordatori. Personalmente questo torneo chiude un ciclo di vent’anni, un lavoro che prosegue dal 1998 per questo circolo e che ha portato ad avere come risultato conclusivo una finale tutta italiana in un Challenger Atp. La squadra terza in Serie A/1 femminile qualche anno fa e ora in lizza per ritornare in A/2. E poi tanti giovani di valore usciti dalla nostra scuola tennis, su cui spiccano i nomi delle sorelle Trevisan (Federica e Valentina, ndr) e Filippo Piranomonte».
Il futuro è dietro l’angolo e il dirigente del circolo mestrino osserva: «Ci aspetta un futuro ricco di opportunità, se sapremo coglierle, a partire dagli stimoli del sindaco che condivido appieno. Quindi ripartire dalla ristrutturazione della club house del circolo e con l’aggiunta al nostro impianto sportivo di altri campi. Fino al potenziamento della struttura organizzativa del club che può portare beneficio a tutti i settori che caratterizzano il Tc Mestre. Credo che il presidente Roberto Pea e il consiglio direttivo ci stiano già pensando e quindi, fatto questo, pensare al programma per la stagione agonistica che verrà». (s.b.)
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