Yannick il guerriero e il bacio alla bella Noemie

MILANO. Non ha festeggiato la sospirata coppa, ma il bacio con la bella fidanzata Noemie Happart, modella ex miss Belgio, ha sicuramente aiutato Yannick Carrasco a rendere meno bruciante la sconfitta del suo Atletico nella finale di Champions League contro il Real Madrid.
Il giovane giocatore belga, uno dei migliori della sua squadra e autore del gol dell’1-1, dopo la rete ha festeggiato in un modo che a San Siro è diventato un must, almeno stando ai precedenti: è corso a bordo campo e ha baciato la fidanzata scesa sul terreno di gioco, tra la vetrata degli spalti e i cartelloni pubblicitari. Un gesto che non è sfuggito agli occhi del web ma che nello stadio di San Siro non è una novità. Lo scorso settembre, fu il nerazzurro Felipe Melo a festeggiare con un bacio alla moglie il gol della vittoria sul Verona in campionato, che proiettò l’Inter in testa alla classifica a punteggio pieno. Sempre a San Siro, ma quasi 20 anni fa, Gabriel Batistuta, dopo un gol al Milan, che valse alla Fiorentina la Supercoppa italiana, urlò alla telecamera «Irina te amo», rivolto alla moglie che era lontana. Lei poi disse di non aver visto la scena in diretta, ma di essersi commossa quando lo seppe da un’amica al telefono. Baci a parte, perdere una finale di Champions ai rigori fa malissimo, se poi è la seconda negli ultimi 3 anni e sempre contro i «cugini» fa ancora più male. Per i tifosi dell’Atletico Madrid, però, c’è anche un’altra grande preoccupazione per loro, visto che la sconfitta ha profondamente colpito anche un combattente come Diego Pablo Simeone, uno abituato a rialzarsi subito dopo ogni caduta, ma che adesso si fa delle domande e non ha certezze per il futuro. «Lasciare l’Atletico? È il momento di riflettere, amo questo club e mi sento molto amato però dico sempre quello che penso e dopo aver perso due finali credo sia giusto fermarsi e pensare», ha spiegato il Cholo. «Perdere due finali è un fallimento, ma bisogna accettare il verdetto, fare i complimenti al Real e leccarsi le ferite a casa, chi vince è sempre il migliore», ha aggiunto un Simeone mai così amareggiato. «Per un club come l’Atletico giocare due finali di Champions in tre anni è qualcosa di meraviglioso, un grande risultato, me ne rendo conto, però io non riesco ad accontentarmi. Abbiamo dato tutto, ma mi fa male vedere la nostra gente soffrire».
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