Inizia la settimana dell'autonomia: cinque cose da sapere

Il 15 febbraio dovrebbe essere siglata l'intesa fra il Veneto e lo Stato per la concessione delle nuove competenze e relativi finanziamenti: qual è la posta in gioco e cosa ci si può attendere
Il presidente del Veneto Luca Zaia e la ministro delle Regioni Erika Stefani
Il presidente del Veneto Luca Zaia e la ministro delle Regioni Erika Stefani

PADOVA. E' la settimana dell'autonomia: il 15 febbraio è attesa la firma dell'intesa fra lo Stato e il Veneto sulle nuove competenze che dovrebbero essere trasferite alla Regione. Di cosa stiamo parlando? Qual è la posta in gioco? e cosa ci si può aspettare? Ecco un "bignamino" dell'autonomia in cinque punti facili.

Il presidente della Camera, Roberto Fico e la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, durante la cerimonia conclusiva dell'edizione 2018 dell'iniziativa "Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione" presso l'aula di Palazzo Montecitorio a Roma, 2 giugno 2018. ANSA/CLAUDIO PERI
Il presidente della Camera, Roberto Fico e la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, durante la cerimonia conclusiva dell'edizione 2018 dell'iniziativa "Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione" presso l'aula di Palazzo Montecitorio a Roma, 2 giugno 2018. ANSA/CLAUDIO PERI

1) Di cosa parliamo, quando parliamo di autonomia per il Veneto?

E’ l’autonomia differenziata, quella prevista dall’articolo 116, terzo comma della Costituzione. Una regione ordinaria può richiedere allo Stato maggiori competenze legislative e amministrative, fra quelle descritte dall’articolo stesso della Costituzione. Sgombriamo quindi il campo da un primo equivoco: non è l’autonomia speciale di cui godono Trentino, Alto Adige, Val d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna, sancita invece dalla Costituzione.

Foto Agenzia Candussi/Scattolin/Via Cavallotti, Mestre / Seggi referendum regionale autonomia veneto alla scuola C. Battisti di Mestre
Foto Agenzia Candussi/Scattolin/Via Cavallotti, Mestre / Seggi referendum regionale autonomia veneto alla scuola C. Battisti di Mestre

2) Perché da un po’ di tempo si parla così spesso di autonomia per il Veneto?

Perché il 22 ottobre 2017, in Veneto, si è tenuto un referendum consultivo, promosso dalla Regione stessa, sulla richiesta di queste ulteriori competenze. I sì sono stati quasi due milioni e mezzo, per la precisione 2.273.985 (98% dei votanti), sulla base di un’affluenza del 57,2%. Sulla base di questo ampio mandato popolare, l’amministrazione Zaia ha avviato una trattativa con lo Stato per richiedere un pacchetto di 23 nuove competenze.

La firma dell'intesa con il governo Gentiloni. Da sinistra: Maroni, Bressa, Zaia, Bonaccini
La firma dell'intesa con il governo Gentiloni. Da sinistra: Maroni, Bressa, Zaia, Bonaccini

3) Che risultati hanno sin qui ottenuto la Regione Veneto e Zaia, in questa materia?

Ancora nessun risultato concreto. O meglio, il 28 febbraio 2018, al termine di tre mesi di negoziati, il presidente Luca Zaia (insieme ai presidenti Roberto Maroni e Stefano Bonaccini, suoi omologhi di Lombardia ed Emilia-Romagna) firmò con l’allora sottosegretario agli Affari regionali del governo Gentiloni, Gianclaudio Bressa, un accordo preliminare in merito all'intesa prevista dall'articolo 116, comma 3, della Costituzione. Poi la legislatura parlamentare è finita, il governo è cambiato e il discorso è dovuto, di fatto, ripartire da capo. Al momento, nessuna intesa è stata ancora firmata con il governo in carica.

4) Quali sono le nuove competenze richieste dal Veneto?

Sono 23, ma senza fare qui tutto l'elenco, diciamo che la fetta più grossa riguarda la pubblica istruzione e la sanità. Si vorrebbe la regionalizzazione della scuola, al pari di quanto ottenuto da Trentino e Alto Adige, e quindi contratti regionali per gli insegnanti e graduatorie parimenti regionali. Non solo, anche la facoltà di “tarare” i programmi didattici in proprio. Per la sanità, posto che i livelli essenziali di assistenza devono restare uguali e garantiti in tutta Italia, l'obiettivo è arrivare a poter gestire in proprio il personale medico.

17/01/2012 Roma, sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche, via dei Ramni 21.
17/01/2012 Roma, sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche, via dei Ramni 21.

5) Quanto vale l'autonomia in soldoni?  

Premesso che dipenderà da quante e quali competenze saranno eventualmente trasferite dallo Stato, e da quante risorse finanziarie saranno messe a disposizione (e con quali meccanismi), una prima stima è stata fatta dal Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche): quasi 3 miliardi di euro in più rispetto all'attuale bilancio (17 miliardi), se saranno concesse tutte le 23 materie richieste. Un aumento che gli studiosi del Cnr valutano pari al 28% perché lo calcolano su un bilancio di 10,5 miliardi, al netto di disavanzo, partite di giro, costi generali.  

 

 

 

 

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