Positivi prima del rientro. Famiglia di Conselve bloccata alle Maldive
L’imprenditore Luciano Buson doveva tornare a casa con la famiglia: la moglie, tre figlie e il fidanzato di una delle tre. Ma il tampone fatto il giorno prima della partenza ha rivelato il contagio

CONSELVE. Due settimane di quarantena in un resort a 4 stelle alle Maldive, “confinati” tra il bungalow fronte mare e la candida spiaggia, con la possibilità di lavorare a distanza e di seguire le lezioni in Dad.
A parte la sorpresa iniziale per il contagio, rivelatosi senza alcun sintomo, e l’incertezza delle prime ore, non è stato certo un disagio per una famiglia di Conselve il prolungamento forzato della vacanza al sole e al caldo dell’isola di Mayaafushi, con tutti i comfort del resort scelto per una settimana di relax tra Natale e l’inizio dell’anno.
Sono gli stessi protagonisti ad ammettere di aver avuto fortuna, perché a molti altri viaggiatori sorpresi dal Covid non è certo andata così.
Luciano Buson, noto imprenditore di Conselve, titolare della Clinilab, azienda specializzata nella produzione e distribuzione di dispositivi medici, lo scorso 26 dicembre era partito alla volta delle Maldive con la moglie Monica e tre dei cinque figli per la piccola isola di Mayaafushi, 70 chilometri ad est della capitale Malè, a mezz’ora di idrovolante dall’aeroporto.
Ovviamente alla partenza avevano dovuto seguire il protocollo per mettersi in viaggio, con un tampone molecolare prima di Natale e un altro rapido prima di partire. Con loro c’era anche il fidanzato di una delle figlie.
La settimana di vacanza è trascorsa serenamente, come da programma, in un paesaggio da cartolina, fino al giorno prima del rientro.
«Dovevamo partire il 3 gennaio» racconta Buson «e il giorno prima abbiamo fatto il tampone. Alla sera i responsabili del resort ci hanno detto che avremo dovuto ripetere al test. Abbiamo scoperto così di essere positivi io, mia moglie e le due figlie più giovani, mentre la maggiore e il fidanzato erano negativi. Al momento siamo rimasti veramente sorpresi, perché stavamo benissimo e non potevamo certo sospettare di aver contratto il Covid».
Prosegie l’imprenditore: «Lo stesso giorno sono stati trovati altri ospiti positivi, circa una decina. A quel punto nostra figlia e il fidanzato hanno potuto rientrare in Italia mentre noi siamo stati messi in quarantena per 14 giorni».
La disavventura si è in realtà trasformata in un insperato prolungamento di una vacanza da sogno.
«L’organizzazione del resort si è rivelata impeccabile, noi e gli altri ospiti positivi siamo stati alloggiati in alcuni bungalow in una zona tranquilla, fronte spiaggia. Così potevamo uscire tranquillamente e fare il bagno senza incontrare nessuno, i pasti ci venivano serviti in camera. Inoltre avevo portato con me il computer quindi sono anche riuscito a seguire il lavoro, tutti i giorni, mentre la figlia che frequenta le superiori ha potuto riprendere la scuola in Dad».
Tutto è bene quel che finisce bene, quindi. «Il resort dispone di un medico residente e dobbiamo ringraziare lo sfatt Alpitour e tutto il personale della struttura per l’assistenza ricevuta. Io poi ero risultato negativo al tampone molecolare e ora, ormai tutti negativi, siamo in attesa dell’esito dell’ultimo test per rientrare domani».
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