Cinema al 100 per cento, le recensioni dei film usciti in sala venerdì 17 giugno
“Amanti” di Nicole Garcia arriva in sala senza lasciare traccia, se non quella della noia. Il regista thailandese Apichatpong Weerasethakul firma con “Memoria” un’altra opera ai limiti dell’esperienza sensoriale (ma non per tutti).

AMANTI
Regia: Nicole Garcia
Cast: Pierre Niney, Stacy Martin, Benoît Magimel
Durata: 102’
Un po’ thriller, un po’ noir, un po’ melò. Tante strade e nessun approdo felice. “Amanti”, della regista francese Nicole Garcia (passato in Concorso alla Mostra di Venezia “formato-pandemia” nel 2020 senza lasciare traccia), arriva in sala ma se ne accorgeranno in pochi.
Film anonimo che gioca con il classico meccanismo del triangolo amoroso che vorrebbe essere maledetto e, invece, è solo molto noioso. La femme fatale è Lisa (Stacy Martin) abbandonata notte tempo da Simon (Pierre Niney), un pusher di lusso costretto a lasciare Parigi dopo che un incidente di droga occorso a un suo cliente facoltoso.
I due si ritrovano qualche anno più tardi in un resort di lusso in Madagascar dove Lisa è alla ricerca di un bimbo da adottare, mentre Simon si è riciclato come cuoco. La scintilla appicca il fuoco sotto la cenere ma tra loro, adesso, si frappone il marito geloso e ricchissimo di lei (Benoît Magimel), specchio di ciò a cui Lisa dovrebbe rinunciare per abbandonarsi all’antica passione.
C’era materia sufficiente per un groviglio di emozioni, di corpi e di amore folle ma questi “Amanti”, al contrario, restano congelati in una rappresentazione accademica, quasi un noir da esportazione dedicato a coloro che si accontentano di una versione sgranata del genere “il triangolo no” con décor francese. Dimenticabile e, anzi, già dimenticato.
VOTO: 4
***
MEMORIA
Regia: Apichatpong Weerasethakul
Cast: Tilda Swinton, Elkin Diaz, Jeanne Balibar
Durata: 136’

In fondo, il destino di questo regista thailandese si nasconde proprio nella sinuosità del suo nome “sciogli-linguistico” da pronunciare tutto d’un fiato.
Occorre esercitare la dizione e, poi, lo sguardo per entrare fino in fondo nel suo mondo, misterioso e fantastico, che fluisce da immagini dilatate in cui presente e passato si abbarbicano l’uno sull’altro in una visione al limite del panteismo.
Anche il suo ultimo film - “Memoria” presentato a Cannes nel 2021 dove ha vinto il Premio della Giuria – è un oggetto inafferrabile, a volte ipnotico anche se meno evocativo e affascinante di “Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti” che vinse sulla Croisette la Palma d’oro nel 2010.
Non a caso il titolo di quel mosaico temporale sospeso tra reincarnazioni, fantasmi e favola riecheggia (la memoria come serbatoio di ricordi destinati a essere cancellati per poi riemergere) in questa nuova opera che ruota intorno a una coltivatrice di orchidee (interpretata da Tilda Swinton, forse la più straniata e straniante tra le attrici in circolazione) che si trova a Bogotà in visita alla sorella malata.
Il suo soggiorno è turbato da un rumore assordante che la disorienta e la angoscia fino a spingerla a trovarne l’origine con l’aiuto di un tecnico del suono, di una archeologa e, infine, di un’altra presenza nel cuore della foresta amazzonica.
Tra subconscio che risale in superficie e una natura silenziosa e avvolgente, “Memoria” è un fluido alimentato da una sua spiritualità che non può catturare tutti ma, quando ci riesce, è comunque una esperienza sensoriale.
VOTO: 6,5
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