Zoppas: ora un nuovo governo capace di sbloccare l’autonomia e la Tav

l’intervista
Impresa al centro, sblocco di autonomia e Tav, la necessità di una situazione politica che dia sicurezza agli imprenditori e ai cittadini. Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto, detta le priorità per dare maggiori garanzie di stabilità e crescita al Paese. La crisi di governo alla vigilia di Ferragosto crea preoccupazione. Lo strappo del vicepremier Matteo Salvini e della Lega ha fatto schizzare lo spread alle stelle, bruciando miliardi di euro.
Presidente Zoppas, si attendeva la crisi di governo in piena estate?
«Ogni momento era buono per la crisi ma anche per la riappacificazione. Stiamo andando avanti tra continui litigi da tanto tempo. Ora si chiede al Parlamento di ratificare la crisi. Ma il fatto che sia successo a Camere chiuse, dà la possibilità di riflettere sulla situazione e sul da farsi. Salvini ha dato un segnale forte e credo che la partita sia ancora aperta, vedremo dopo il 20 agosto cosa succederà».
Le trattative infatti...
«Leggo che la politica sta valutando altri scenari, che la negoziazione è avviata. Come categorie in questo momento non possiamo che essere spettatori. Comunque siamo in una situazione di immobilismo da tanto tempo su tanti dossier, come Autonomia e Tav».
Preferirebbe votare subito o un governo di transizione per la riforma?
«Chiediamo una situazione politica che sia in grado di prendere decisioni, che sblocchi un impasse che sta durando da mesi e mesi. Che sia un governo tecnico, che sia una nuova legislatura o quella attuale, conta poco, bisogna che arrivi il momento del fare. Vogliamo che venga messo davanti a tutto l’interesse dell’impresa e dei cittadini, basta con i proclami».
Troppo immobilismo...
«Sembra che all’interno della maggioranza ci sia un governo e un’opposizione. Questo penalizza tutti. C’è bisogno di rompere gli schemi perché il contesto in cui viviamo è debole e rischioso: l’Italia è in stagnazione, l’Europa sta dando segnali negativi, la prossima soluzione politica rischia di rimanere ancora nell’impasse e quindi improduttiva. Siamo alle porte di una manovra di bilancio difficile che ci costerà dai 20 ai 25 miliardi in cui l’eventuale aumento dell’Iva sarà una tassa implicita che graverà sulle nostre tasche e che ci rende meno competitivi all’estero».
Non basterà quindi la riduzione dei parlamentari per tagliare le spese.
«Nessuno sta parlando delle uscite della spesa pubblica, che vanno diminuite, ma solo delle entrate. Bisogna cominciare a mettere in pratica la spending review e l’autonomia delle Regioni contribuirebbe a farlo».
I ceti produttivi del Nord si sentono traditi da Salvini e dal governo gialloverde?
«Tradimento non è la parola che userei. In questo momento il governo non sta producendo e non sta dando quello che dovrebbe. Non mette al centro l’impresa e l’imprenditore per poter creare economia e occupazione. Anzi la stessa impresa viene messa sotto accusa. Rispetto ai nostri competitors veniamo penalizzati dal sistema-paese. C’è poca fiducia nel sistema istituzionale e il futuro incerto non dà sicurezza negli investimenti».
Mercati subito in difficoltà con la crisi.
«È un’ammissione di colpa, qualcosa non funziona a livello istituzionale. L’Italia con questa instabilità sta dando un brutto segnale all’estero. È ovvio che quando fai certe dichiarazioni lo spread schizza. Noi chiediamo una politica che faccia meno proclami, soprattutto se non si è certi di poter realizzare ciò che si promette».
L’aumento dell’Iva?
«Chiediamo la riduzione del cuneo fiscale, mentre l’aumento dell’Iva andrebbe nella direzione opposta. Invece di incrementare l’Iva (cosa più semplice e veloce da fare) cominciamo a creare più efficienza nell’apparato pubblico e facciamolo attraverso i principi dell’autonomia».
Autonomia e Tav rischiano un’altra frenata.
«Sono le nostre priorità, ma molto dipenderà dalla scelta che sarà fatta. Se le trattative porteranno alla formazione di un governo forte si potrà andare in questa direzione. Se invece di dovrà votare una nuova legislatura i tempi si allungheranno notevolmente».
Renzi ha aperto alla trattativa con il M5S. Come vede questa ipotesi di alleanza governativa?
«Ribadisco che siamo spettatori esterni. Qualsiasi sia la soluzione serve un esecutivo che sia in grado di produrre i risultati che chiediamo da tanto tempo. Che si possa sbloccare la Tav, l’autonomia, quella che va bene a tutte le regioni. E poi anche la questione Grandi Navi e il Mose».
Al nuovo governo cosa chiederebbe come priorità?
«Rimettiamo al centro l’interesse dell’impresa e portiamo a casa un’economia che funzioni. Da questo dipendono più occupazione e più interesse collettivo».
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